INTERVISTA: Maggiani e Brenna, necessità di pluralità editoriale

Il ramo e la foglia, la casa editrice che intreccia letteratura, arte e conoscenza

Giulia Siena
ROMA
– Scovare e raccontare le case editrici è sempre un’esperienza che vale il viaggio. Peccato che questo viaggio – per ora – non sia fisico, perché “incontrare” gli editori significa immergersi totalmente nella genuinità di un lavoro completo, dalla ricerca alla finitura. La narrazione dell’editoria è essa stessa un racconto che merita attenzione: andiamo dietro le quinte, cerchiamo la passione che muove l’idea, la scintilla che dà vita al progetto, saggiamo gli ideali e i sogni che devono convivere con i piani burocratici più basici e concreti.
Roberto Maggiani e Giuliano Brenna (nella foto in basso), conoscitori esperti del panorama editoriale italiano, sono i fondatori della casa editrice Il ramo e la foglia; attraverso le loro parole andiamo ad esplorare questa nuova realtà editoriale.


Il ramo e la foglia è il risultato dell’esperienza e della passione di due esperti di editoria: come nasce il vostro progetto?
Il seme del nostro progetto editoriale, a ben guardare, è stato interrato nel 2007 quando abbiamo fondato la rivista letteraria libera LaRecherche.it. L’esperienza con LaRecherche.it è stata molto importante e formativa e ci ha permesso di entrare a contatto con molti autori più o meno noti nonché di conoscere più da vicino le dinamiche del mondo editoriale e delle sue relazioni con il mondo autorale. Nel corso degli anni ha preso forma, in modo via via più evidente, l’idea, ma soprattutto il desiderio, di avviare una casa editrice al fine di proporre anche quelle voci che, a nostro avviso ingiustamente, non trovavano spazio nel mondo editoriale o lo trovavano ma in realtà editoriali non adeguatamente distribuite. Durante il lockdown, a seguito della pandemia, abbiamo avuto il tempo di riflettere e di mettere in atto il progetto che adesso ha il nome di Il ramo e la foglia edizioni. Ovviamente anche LaRecherche.it continua la sua attività.

“Ramo e foglia – spiegate sul sito della casa editrice – sono intimamente in simbiosi”, terra e cielo che dialogano: come mai questa scelta?
Perché il dialogo, inteso come relazione, è forse l’istanza più importante in ogni fatto o attività umana; nel nostro caso: fra noi e chi scrive, fra chi scrive e chi legge, fra noi e chi legge. Insomma, il dialogo è un’onda che interessa e attraversa la letteratura: le voci del passato che riecheggiano nelle scritture moderne, gli autori sommersi che chiedono di essere letti, i lettori che hanno le loro richieste eccetera. Senza il filo del dialogo non può prendere forma la letteratura; senza un rapporto costante e paritario tra le diverse dimensioni della realtà editoriale, i libri diventano fini a sé stessi, inutili, semplicemente commercio. Ramo e foglia, ognuno ha la sua funzione ma l’uno e l’altra sono in perfetta e necessaria simbiosi, l’editore deve rimanere in costante dialogo con i propri autori e, in forma diversa, con i lettori.

Quali sono le tematiche che più vi coinvolgono e come si presenta oggi la vostra linea editoriale?
Più che delle tematiche cerchiamo, negli scritti, una linfa che fluisca sotterranea ma vitale, in grado di portare alla luce aspetti dell’esistenza che magari sono più in ombra di altri; possono essere richieste di “minoranze”, drammi significativi per chi li vive ma invisibili ai più, ma anche gioie e conquiste. Tutti questi aspetti devono manifestarsi nel testo con un carattere tale che da particolari e personali si proiettano nell’universale.

Da “addetti ai lavori” conoscevate già le sfide alle quali sareste andati incontro; ma quali sono, a vostro avviso, le gioie (e i dolori) degli editori contemporanei?
Eravamo ben consapevoli delle difficoltà, tuttavia, strada facendo, ne abbiamo incontrate molte di più. Tra le gioie possiamo sicuramente porre quella che scaturisce dal vedere nascere i libri che poi prendono la strada verso le librerie, all’incontro con i lettori. Tra le gioie del nostro primo anno di attività c’è sicuramente quella di vedere un nostro titolo tra le proposte al Premio Strega 2022, lo consideriamo un bellissimo traguardo; un’altra gioia l’abbiamo vissuta uno dei primi giorni quando, entrando in una libreria, abbiamo visto una persona sconosciuta in cassa con un nostro libro in mano. Il rapporto con gli autori e i lettori è sempre una fonte di gioia e di accrescimento. In generale, le gioie dei piccoli editori stanno proprio nel rapporto tra autori e lettori, al centro del quale si colloca proprio l’editore. I dolori, invece, sono perlopiù rappresentati dalla difficoltà nel farsi conoscere. Molti librai, per vari e logici motivi sui quali non ci soffermiamo, sono restii ad accogliere i libri dei piccoli editori, e in generale il dolore nasce quando un libro che si è amato, sul quale si è molto investito sotto tutti i punti di vista, viene trattato solo e semplicemente come un prodotto commerciale e quindi valutato solo dal punto di vista: può essere venduto, non può essere venduto.

Sempre meno libri venduti, sempre più libri proposti; come si “combatte” questa continua contraddizione del mondo editoriale italiano?
Pensiamo che alle nuove generazioni debba essere proposta la lettura sin dai primi anni dei percorsi scolastici, bisognerebbe crescere con la voglia di leggere; tantissimi scrivono ma, ahinoi, non leggono, anche per questo ci arrivano, molto spesso, proposte di manoscritti totalmente inadeguate, tuttavia, sebbene sia vera la sproporzione fra lettori, vendite e libri proposti, è importante dare spazio ai molti che scrivono, ovviamente se hanno qualcosa da dire e sanno come farlo. Le case editrici dovranno faticare a individuare i testi pubblicabili ma la pluralità è un elemento necessario.

Quali sono i tre titoli del vostro catalogo che consigliate di leggere per questa primavera 2022?
Questa primavera proponiamo tre titoli, per così dire, “al femminile”: “Memorie di un’avventuriera” un romanzo storico di Emanuela Monti, liberamente ispirato alla vita straordinaria di Aphra Behn. Poi un’antologia poetica della portoghese Sophia de Mello Breyner Andresen, “Il giardino di Sophia”, in cui proponiamo una selezione di testi da tutte le raccolte pubblicate e molte poesie sono inedite per l’Italia. Una voce poetica molto importante che piacerà al pubblico italiano. Infine, la raccolta di racconti “Codice a sbarre”, di Giulia Tubili, una esordiente che, con un linguaggio tagliente e preciso, in bilico tra il cinematografico e il classico, ci parla di quei misteriosi momenti in cui una mente libera si rende conto delle sbarre che la racchiudono.
Voci molto diverse tra loro, quelle di queste tre autrici, ma che sono uno slancio vitale verso l’alto proprio come la primavera nel suo fiorire.

Informazioni su Giulia Siena

Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com
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