Manuela Raffa si racconta e racconta i suoi romanzi a ChronicaLibri

Stefano Billi

ROMAChronicaLibri ha intervistato Manuela Raffa, autrice del libro “I gemelli”, opera fantasy edita da Runde Taarn; tra le risposte, la scrittrice svela alcuni tratti caratteriali dei personaggi, le sue fonti di ispirazione e anche un’anteprima sul terzo capitolo di questa interessante trilogia intitolata “Il Mondo senza Nome”.

Cosa ha ispirato questo secondo episodio della trilogia da te composta?

In realtà, quando ho scritto questa storia, era un libro unico. Ancora, quando ne parlo, spesso cito “Il Mondo senza Nome” come se fosse un’unica opera. L’ispirazione per questo lavoro arriva da più fonti: libri, giochi di ruolo e film. Ho inserito tutto quello che amo e ho amato nel corso degli anni: i duelli alla Dumas, i mostri e gli ambienti come i giochi di ruolo, la presenza femminile importante un po’ per reazione ad alcuni libri con protagonisti strettamente maschili.

Hai trovato maggiori difficoltà nello scrivere il primo capitolo della saga oppure è stato più difficile scrivere dovendo seguire il solco narrativo già tracciato ne “La maschera”?


Scrivere i “Gemelli” è stato molto più difficile. Dei tre, è sicuramente il libro che mi ha dato maggiori problemi. Ho deciso di rivelare ogni segreto della Maschera in questo capitolo, di sviscerare i rapporti tra i personaggi, di mettere a nudo la loro personalità, come nel primo capitolo non era accaduto. Inoltre, in questo libro si arriva ad avere tutti i personaggi principali in campo. Dare voce a 11 soggetti insieme non è stato semplice, anche perché ci sono capitoli dove sono tutti insieme.

Qual è il personaggio in cui maggiormente ti riconosci?

Non c’è n’è uno in particolare che mi rispecchia. Credo che ognuno sia dotato di un pezzetto di me, in positivo o negativo.. Isabel mi assomiglia un po’ fisicamente, Denis ha il mio carattere silenzioso e riflessivo, Eleanor è la precisione e freddezza che non avrò mai, come Roy è la roccia sicura che mi piacerebbe essere. Perl è l’animo spensierato e divertente, con lingua sferzante, che apprezzo nelle persone piacevoli, Amir è il tipo di uomo che mi farebbe perdere la testa…

C’è stata una fonte di ispirazione precisa a cui hai attinto quando delineavi i tratti caratteriali dei tuoi personaggi?

No, sono stati tutti immaginati. Non ho avuto ispirazioni particolari. Per alcuni ho cercato di abbinare il loro carattere all’elemento magico che li caratterizza, quindi Isabel (Fuoco), si arrabbia facilmente e prende decisioni improvvise e avventate. Denis (Acqua), è placido, tranquillo e riflessivo, ma è letale quando combatte. Roy ed Eleanor (Vento) sono variabili e sfaccettati. Per gli altri, il loro ruolo all’interno della storia è stato determinante per definire il loro modo di essere.

Puoi svelare al nostro giornale, in anteprima, qualche curiosità sul terzo e ultimo appuntamento con “Il Mondo senza Nome”?


Il terzo libro de “Il Mondo senza Nome” si chiama “Sotto il manto nero” e uscirà quest’anno. In principio, il nome che avevo dato a questo capitolo era “Il Regno del Vulcano”, ma quando è stato scelta come copertina il quadro di Simone Galimberti “Tra il manto nero”, sono rimasta così colpita dalla corrispondenza del nome con le vicende del libro che ho deciso di cambiare il titolo. Ho scelto “Sotto” perché ancora di più sottolinea cosa accade all’interno della storia. Chi ha finito il secondo libro, immaginerà cosa significa.

Perché i nostri lettori dovrebbero leggere il tuo libro? Credi che possa colpire solo gli amanti del genere fantasy o magari anche il “grande pubblico”?

“Il Mondo senza Nome” si colloca nel solco del fantasy classico, ma ha delle peculiarità che lo rendono appetibile anche a un pubblico più ampio. All’interno di questo mondo immaginario, non ci sono razze particolari (elfi, nani), ma solo uomini. La magia è vista in maniera un po’ “scientifica”, come un elemento naturale che viene acquisito tramite lo studio e la conoscenza. I mostri che cominciano a comparire sono il frutto di una “mutazione genetica” dovuta all’utilizzo di una magia non naturale, che se applicata sugli animali, muta la loro struttura e li rende mostruosi e violenti.
Mi è capitato di sentire spesso durante le presentazioni che il mio libro potrebbe essere ambientato in un mondo reale, se si togliesse l’elemento della magia.
Con questo, non desidero sminuire la sua portata fantasy. C’è e si sente, ma non è marcata come in altri libri.

Con "I Gemelli" continuano le avventure de "Il mondo senza nome"

Stefano Billi

ROMA – Continua la trilogia della saga “Il Mondo senza Nome”, scritta da Manuela Raffa.
“I gemelli” è il secondo capitolo della serie pubblicata da Runde Taarn Edizioni.
La trama di tutto il romanzo si innesta sul solco della storia già tracciata ne “La maschera”, primo segmento di questa saga: Isabel, insieme al gruppo formatosi per contrastare l’oscuro mago Dosemberg, attraversa gran parte del Mondo senza Nome per poter acquisire altri tipi di magie che consentano loro di vincere lo scontro, ormai prossimo, con il perfido stregone. Durante il percorso, poi, questi paladini del bene e della pace nelle terre del Mondo senza Nome incontreranno anche altri membri che si aggiungeranno alla spedizione e perciò cambieranno anche gli equilibri che si erano delineati nell’ambito dei trascorsi precedenti (narrati ne “La maschera”), complice in ciò anche la chiarificazione dei misteri inerenti l’identità dei protagonisti delle vicende, che fino ad allora erano rimaste in parte segrete al gruppo stesso.
Tra le pagine si profilano moltissime avventure dove

il viaggio costituisce la tematica centrale del racconto, elemento mediante il quale ogni personaggio è chiamato a confrontarsi con se stesso e con le numerose avversità incontrate lungo il cammino.
Tuttavia, la dinamicità conferita alla storia da questa costante non impedisce all’autrice di soffermarsi tra le pagine per dare il giusto spazio alla caratterizzazione – soprattutto sentimentale – dei personaggi, ed infatti altra caratteristica fondamentale de “I gemelli” è proprio l’ampio spazio conferito, nella narrazione, agli affetti e ai rapporti che si instaurano tra i vari protagonisti delle vicende.
Ad esempio, è davvero ben descritto il legame che si instaura tra Isabel e Amir, contraddistinto da intensi momenti di complicità, ma anche da punte di forte incomprensione a fronte di un accordo segreto tra lo stesso Amir e Denis (altro membro della sopracitata spedizione).Il libro presenta molti profili di interesse: non solo la storia riesce a catturare l’attenzione del lettore, ma inoltre il modus scrivendi dell’autrice, semplice e asciutto, permette di assaporare ogni singola riga dell’opera senza alcuna distrazione.
Inoltre,
Manuela Raffa denota una spiccata abilità nell’elaborare colpi di scena: ogni vicenda ha un esito inatteso, inaspettato, cosicché la lettura è sempre stimolata dal desiderio di sapere come possa evolvere la situazione raccontata in quel particolare momento.
Lo stesso finale de “I Gemelli” crea un piacevole scompiglio e spinge perciò ad attendere l’ultimo capitolo (intitolato “Sotto il manto nero”) di
questa bella trilogia, che merita di essere letta – soprattutto dagli appassionati del genere fantasy – per i suoi numerosi spunti di originalità.