In viaggio anche a tasche vuote: "101 cose divertenti, insolite e curiose da fare gratis in Italia almeno una volta nella vita"

ROMA Nelle proprie città, nei luoghi di vacanza, al mare come in montagna. Basta saper cercare. A volte sono sotto i nostri occhi e non ce ne accorgiamo. In queste pagine ho cercato di segnalare le cose più curiose, per offrire una mappa ben chiara da Nord a Sud.”
In Italia sono innumerevoli le possibilità di godere di un posto speciale, di toccare con mano un pezzo di storia, di ammirare un’opera d’arte, di fotografare una rarità, di assaggiare un prodotto tipico, di divertirsi senza “tirar fuori un euro”. E oggi più che mai vale la pena approfittarne. A guidarvi in questo viaggio è Isa Grassano con “101 cose divertenti, insolite e curiose da fare gratis in Italia almeno una volta nella vita” pubblicato da Newton Compton.
Per farvi riscoprire il meraviglioso mondo della “spesa a costo zero”, abbiamo scelto luoghi poco conosciuti ed esperienze emozionanti, sagre e manifestazioni, chiese e palazzi, musei ed eventi, percorsi e itinerari, tutti unici e liberamente fruibili. Attraversando il Belpaese ci si può immergere nella magia della Death Valley lucana o respirare l’atmosfera lunare del Parco delle Biancane in Toscana. Seguire le orme di san Francesco nel cuore dell’Umbria o essere un ospite illustre alle feste popolari in cui si celebra il matrimonio tra il tronco e la cima. Incontrare autori celebri in Alta Badia o ammirare le sculture di sabbia sul litorale di Cervia. Suonare un enorme campanaccio o scatenarsi al ritmo frenetico della Taranta. Ritornare bambini viaggiando tra cavalli giocattolo, fi gurine e cuchi. E ancora, inseguire la fortuna che non basta mai, provando a sfi orare il cappello di uno gnomo, o portando via un pezzo di carro benedetto, fi no a cimentarsi nella ricerca dell’oro.

"Le vie cave etrusche": le "tagliate" e la sbalorditiva arte del tufo.

Giulio Gasperini

ROMA – Sovana, Sorano, Pitigliano: tre punti persi nella carta geografica della provincia di Grosseto, ma tre gioielli, tre piccole gemme dai tanti tesori. La zona è quella antica degli Etruschi, una delle popolazioni italiche più oscure e tutt’ora incomprese del passato pre-romano, dalla lingua impenetrabile, dalle provenienze misteriose. La Laurum editrice (con sede proprio a Pitigliano) ha dedicato una guida (scritta da Giovanni Feo) a questa zona di impressionante bellezza e incanto ancestrale: “Le vie cave etrusche” (2007). Sovana e Sorano sorgono nella zona del tufo, una roccia magmatica; Pitigliano ha case, addirittura, a strapiombo su uno sperone di tufo: una delle sue particolarità, insieme a quella di essere un importante centro per l’ebraismo, con un’antica e frequentata sinagoga.
Tra questi paesi gli etruschi hanno scavato, con impressionante maestria e perizia, le cosiddette “tagliate”, ovvero dei corridoi semisotterranei che si snodano tra le montagne e la vegetazione rigogliosa, ramificandosi intorno ai luoghi sacri e alle antiche necropoli.
E anche le necropoli son scavate nel tufo: tombe immense, entrate nascoste, passaggi celati. Il tutto inserito in un contesto naturale ancora incontaminato e inviolato. Sulle pareti di tufo son stati incisi segni, figure e forme che non smettono di interessare e incuriosire gli studiosi di tutto il mondo, continuando a richiamare le attenzioni di tutto il mondo scientifico e archeologico. C’è solo da meravigliarsi di fronte all’inesplicabile grandezza della Tomba Ildebranda o alla profonda impresa della Via Cava di San Sebastiano, o ancora di fronte alla semplice nudità (e alle misteriose scritture) dell’eremo medievale di San Sebastiano, in origine una tomba etrusca.
Il tufo, nella zona di questi tre dimenticati paesini, è fondamento della vita: gli Etruschi lo piegarono alle loro nascoste necessità, alle loro occultate esigenze.
Ancora oggi, nessun archeologo ha saputo fornire una spiegazione sufficientemente convincente sulle funzioni di queste “vie cave”: il mistero degli Etruschi si amplifica, in ogni aspetto della loro civiltà.