"Il vino a Roma", un guida utile e indispensabile per tutti

Marianna Abbate
ROMA – Ci capite di vini? No? Bene, credo che siamo rimasti solo io e voi. “Capirci di vini” è diventato un must negli ultimi anni. Un sine qua non nelle cene tra amici, nelle discussioni di lavoro e persino nei pettegolezzi tra commari: “Hai visto Giovanna ha portato quel finto Barolo, l’avrà pagato due euro”, “Certo che Luca è proprio un uomo di classe, che figurone con quel – Chianti!”.

Persino io, che di vini ci capisco poco, partecipo con grande faccia tosta a queste disquisizioni: “Ma vi pare? E’ antico pensare che con il pesce si abbini bene solo un bianco!” Citando quelle frasi fatte originale a Decanter, la trasmissione cult di Radio2.
Volete fare anche voi la figura di chi sa di cosa sta parlando? E’ qui che entra in scena la guida “Il vino a Roma – guida alle migliori aziende vinicole del Lazio e ai locali in cui bere bene nella capitale” edita da Castelvecchi e scritta con maestrìa e chiarezza da Slawka G. Scarso.

Innanzitutto sfaterà il mito che nel Lazio non si faccia del buon vino, e già questa è un’informazione da esperti nel campo. Ma in più, se siete romani, vi tirerà su il morale, perchè dovreste essere davvero ciechi e sordi per non conoscere almeno un paio delle aziende citate. Io,ad esempio, otre alla commercialissima cantina Bernabei che fornisce alcolici a tutta la città, conoscevo l’azienda vinicola Cavalieri. Ma devo rivelare un trucco: sono i medesimi proprietari della famosa pasticceria Napoleoni di via Appia.
Dite che non è abbastanza per autoproclamarsi sommelier? Allora aspettate un attimo, mi lascerò ancora guidare dalle guide!
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