Marianna Abbate
ROMA – In Italia il nome di Mark Twain è associato solitamente alla letteratura per ragazzi, e soprattutto alle figure dei due monelli Tom e Huck. Un vero peccato, dal momento che Twain è un grandissimo umorista, e anzi in America il premio più prestigioso che un comico possa vincere è quello che gli è intitolato.
Un esempio della sua sottile vena comica si può trovare nel simpatico racconto dal titolo ” La banconota da un milione di sterline”. Due anziani miliardari hanno appena ricevuto dalla banca l’unica banconota da un milione di sterline che esista al mondo.
Prima di farla invalidare e appenderla al muro come souvenir, pensano bene di divertirsi facendo una scommessa: se un poveraccio ricevesse la banconota farebbe la bella vita o nessuno lo accetterebbe nel suo negozio?
Proprio sotto le loro finestre trovano l’uomo adatto: un povero operaio senza lavoro e senza un centesimo. Gli consegnano la banconota e lo mandano via. Contro ogni possibile previsione il ragazzo riesce a farsi far credito nei negozi più in voga della città, perchè nessuno ha abbastanza denaro per cambiargli la banconota. Inizia così a frequentare il panettiere, la salumeria e addirittura il sarto più in voga senza sborsare un centesimo. Tutti cedono al fascino e alla ricchezza della ormai mitica banconota.
La situazione produce notevoli spunti comici e Twain li frequenta tutti. Il racconto è piacevolissimo per una letteratura che entra in pieno merito a far parte dei classici dell’umorismo- un po’ pirandelliano e un po’ genuinamente comico.
"La banconota da un milione di sterline" ce l’hai da cambiare?
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