Giulio Gasperini
AOSTA – Chiara Patarino ha realizzato una serie di racconti, per la casa editrice Carthusia Edizioni, che hanno come protagonisti vegetali, frutti e altri cibi, in una raccolta, “Il gusto in tasca”, che vuole essere un simpatico avvicinamento per grandi e bambini al mondo del cibo. La Storia di Lina è una tenera favola, su una piccola oliva che un giorno sbatte la testa e comincia a credersi una ciliegina. Lina, assieme alla sorella Lella, alla mamma O’Livia, agli amici Capperones, con cui organizzano una gara di salto nel barattolo, con lo Zio Ivo, un albero di ulivo imponente e positivo, combatte i nemici comuni, ovvero le Mosche Losche Mangiaolive e alla fine riesce a recuperare la propria identità, facendo festa con tutti gli amici e i parenti.
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È un paese per bambini quello che stiamo abitando?
Giulio Gasperini
AOSTA – Il Italia ci sono più automobili che bambini, pro capite. Con questa rivelazione persino agghiacciante si apre la riflessione di Alessandra Nucci, esperta di agricoltura e alimentazione. Nel suo “È un paese per bambini”, edito da Effequ nella collana Saggi pop, la studiosa costruisce sulla carta la tipologia di mondo che sarebbe opportuno veder costruito per il benessere dei bambini e delle future generazioni.
Si inizia dal concetto che l’agricoltura è alla base delle “sorti umane e progressive”: non si può prescindere dal settore primario, che però deve essere ripensato sulla base di un notevole cambio di prospettiva. Non si può più immaginare un’agricoltura basata sullo sfruttamento intensivo, ma è necessario pensarla sulla base del chilometro 0, magari su principi di collettività e socialità come si stanno affermando in piccolo nelle città, magari con l’istituzione degli orti urbani o delle coltivazioni condivise. Partendo da qua, la Nucci affronta poi il problema dell’alimentazione e di quanto sia importante per il nostro benessere, soprattutto in un mondo come il nostro. Fondamentale, per la Nucci, è una corretta educazione alimentare, portata avanti con coscienza e intelligenza anche nelle scuole, oltre che nelle famiglie, per poter permettere a tutti di elaborare proprie strategie di benessere psico-fisico. Ed ancora più importante è capire la relazione emotiva che i bambini hanno con il cibo: comincia a costruirsi proprio nei primi anni il legame con gli alimento, coi gusti, coi sapori, con gli odori. La situazione in Italia, secondo le ultime analisi, non è incoraggiante: l’obesità dei bambini, ad esempio, registra un dato paurosamente alto, come all’opposto è pericolosamente basso il dato di chi consuma frutta e verdura regolarmente. Ma non sono solo le abitudini alimentari, per questo, da rivedere completamente e da riprogettare, ma anche la fruizione del cibo ha subito cambiamenti radicali che hanno abolito la socialità della tavola a favore di pranzi e cene consumate velocemente, di fretta, spesso nella compagnia alienante di un televisore. Senza più la convivialità che arricchisce e impreziosisce le vivande stesse, si perde una dimensione fondante del cibo, come nutrimento anche culturale e civile, degradandolo soltanto al ruolo di dispensatore di calorie.
In questo senso, “È un paese per bambini”, arricchito da due interventi di studiosi mondiali (John Kariuki, consigliere internazionale di Slow Food per l’Africa Orientale, e Carmen Martì Navarro, psicologa clinica), diventa uno strumento di positività, che permette sia di focalizzare alcuni importanti concetti che i meccanismi del mondo contemporaneo hanno fatto dimenticare sia di trovare alcune vie d’uscita, alcuni varchi di fuga per poter cominciare a rimettere noi stessi al centro del mondo e tenere il mondo stesso un po’ al centro assieme a noi.