Viola giramondo: la scoperta della curiosità

Viola GiramondoGiulio Gasperini
AOSTA – Viola Giramondo è una bambina alla quale non piacciono le stanze – né, ovviamente, i muri; è una figlia del vento e dell’avventura, che non riesce proprio a stare legata ai libri, ai banchi, alla scuola. In realtà, Viola ha conosciuto un altro tipo di scuola, quella che ti mette in contatto direttamente con gli altri, con il mondo degli incontri e delle scoperte fortuite ma fondamentali. Teresa Radice e Stefano Turconi raccontano e illustrano, per Tunué – Editori dell’immaginario, tre storie di conoscenze profonde, emozionanti, che lentamente cambiano Viola e la trasformano in una donna piena di coraggio e di attenzioni.Viola vive in un circo, il Cirque de la Lune: artisti artisti provenienti da ogni luogo del mondo, parlanti diverse lingue, hanno creato questa splendida famiglia che gira e si sposta da un luogo all’altro presentando al pubblico la propria ricchezza multiforme. A Parigi, Viola conosce Henri de Toulouse-Lautrec, che dipinge la vita pulsante delle strade, dei café-chantant, delle ballerine leggere e leggiadre; poi la carovana del circo arriva negli Stati Uniti, e lì Viola conosce Hiawatha, un giovane indiano pellerossa, con il dono di saper comunicare, con gli altri e con la natura intera, attraverso la musica e l’armonia delle note; poi, nell’ultimo episodio, le avventure di Viola la portano a incontrarsi con la morte: il nonno, la persona saggia e anziana della comitiva, arriva al termine del suo viaggio e tutta la carovana del circo lo accompagna nella sua terra di origine, ripercorrendo a ritroso strade percorse molti anni prima e cariche di memorie e di commossi ricordi.
Viola impara, da queste esperienze. Impara perché è inevitabile, viaggiando consapevolmente. E anche perché è una bambina attenta all’incontro con gli altri, pura da pregiudizi e preconcetti, pronta ad accogliere l’altrui punto di vista, mettendo in discussione il proprio e non vergognandosi dei dubbi, delle domande, delle mancanze, dei tentennamenti. E riesce persino, a un certo punto, a insegnare, umilmente, quelle verità che riesce a raccogliere e a mettere assieme in tutto questo girovagare.
Il fumetto, magnificamente disegnato e orchestrato, è un esempio di quanto le differenze non debbano spaventare ma possano essere utilizzate come motore e catalizzatore di nuove esperienze, di arricchimento, di crescita. E di come, probabilmente, la nostra miglior condizione di sempre, sia quella dell’infanzia, se ben alimentata dalla curiosità e dall’avidità di sapere, in ogni sua declinazione.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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