Alessia Sità
ROMA – “ Il colore del cielo: arancione, forse a tratti viola. Il deserto azzurro, come se un manto lo coprisse. Non c’è niente”.
Un senso impellente di conoscere e far luce su un passato avvolto nel mistero accompagna il giovane protagonista di “Passeremo per il deserto”, il toccante romanzo di Diego Zúñiga edito da Caravan Edizioni.
Una famiglia allo sbando: padre e madre separati, un improvviso trasferimento a Santiago, una cugina scomparsa nel nulla, la morte di uno zio avvolta nel mistero e il fanatismo religioso di un nonno Testimone di Geova. Attorno a questi avvenimenti ruota l’intera esistenza del protagonista, che pazientemente tenta di ricostruire la storia della propria famiglia. Nessuno, però, sembra essere disposto a riaprire le pagine dolorose di un passato che disperatamente cerca di dimenticare. Un viaggio nel deserto sarà il punto di partenza per iniziare a mettere insieme i tasselli di una storia fatta sostanzialmente di lutti e segreti. Il deserto diventa la metafora di vita di una famiglia che non riesce o forse non vuole comunicare. Il deserto è il vuoto rappresentato dalle parole e dall’esistenza vissuta fra rancori e dispiaceri.
A fare da sfondo al dramma familiare di un ragazzo un po’ goffo, che sogna di diventare un cronista sportivo, sono le strade del Cile, la cui tragica storia rivive ancora fra macerie esistenziali personali e terribili vicende di cronaca. In “Passeremo per il deserto” Diego Zúñiga rievoca un doloroso passato legato alla storia di un Paese purtroppo protagonista di indicibili violenze e tragici episodi, di cui le nuove generazioni non conoscono ancora la versione ufficiali.