Giulia Siena
PARMA – “Io vorrei dire e fare tante cose, ma tiro un respiro profondo, e poi butto fuori l’aria molto lentamente “. Bianca è furiosa. Intrattabile, dicono. E’ solo un po’ noiosa, dice lei. Bianca ha uno sguardo duro, una incessante voglia di scivolare altrove e il talento del silenzio. Bianca è un’adolescente in lotta contro il papà e Cruz, la mamma e Alan. Bianca osserva di sbieco le vite normali degli altri; non mette in salvo sé stessa dal proprio sguardo critico e severo. Gli occhi le cadono anche sul suo essere parziale, “sbagliata”, tagliante, assente, impaziente. Bianca è questo. Bianca è la protagonista della penna di Bart Moeyaert, importante autore fiammingo vincitore nel 2019 dell’Astrid Lindgren Memorial Award e in questi giorni a Più Libri Più Liberi per incontrare lettori e pubblico italiano.
La vicenda di Bianca si svolge in un pomeriggio. La ragazza corre a rifugiarsi nel proprio nascondiglio; lì azzera i pensieri, calma il respiro e i problemi con la mamma, le crisi di Alan, sono lontanissime. Poi torna, la cucina costata troppi soldi è cristallizzata nel momento presente e di là, in salotto, c’è un’estranea che Bianca conosce fin troppo bene. Da questo momento la ragazza diventa plateale, “visibile”, considerata. E se qualcosa attorno a lei cambia, anche in lei si mette in moto un rinnovamento. Bianca diventa Pérdon.
Bianca, pubblicato da Sinnos, è un romanzo ad Alta Leggibilità che racchiude le grandi tematiche dell’adolescenza; i silenzi, gli scontri, la solitudine e le incomprensioni vengono raccontante con delicatezza e tenerezza. La scrittura di Moeyaert è un elegante cesello che dona profondità e poesia alle pagine.