Giulia Siena
PARMA – Arrivano come pulci nell’orecchio, di quelle che provocano prurito e calamitano l’attenzione; saltellano di testa in testa diffondendo la voglia di lettura. Portano messaggi e storie di epoche passate, narrate magistralmente da grandi autori della letteratura internazionale che dipingono vicende di bambini e ragazzi di tempi lontani. Raccontano un mondo severo e spesso troppo grande per i giovani protagonisti. Canituccia è “una pulce nell’orecchio“; Canituccia è uno dei tre titoli con cui si apre la collana di Orecchio Acerbo Editore illustrata in modo sublime da Fabian Negrin.
“Aveva una testa piccola, con una faccia minuta e bianca, tutta macchiata di lentiggini, con certi capelli ispidi, un po’ rossi, un po’ giallastri, un po’ castagno sporco: una testa troppo piccola sopra un corpo molto magro”.
Canituccia è figlia della penna di Matilde Serao, la grande autrice che per questo racconto attinge dalla condizione vere delle donne narrata in Piccole anime (1883). Il verismo si fa palpabile e si scorge nel dolore che attanaglia Canituccia alla bocca dello stomaco ogni volta che ha fame. E la fame è tanta: distrae, distrugge; la fame è una morsa perenne in questo luogo in cui vi è solo buio e indifferenza. Candida, da tutti chiamata Canituccia, è frutto del peccato e quelle sue gote pallide, costellate di lentiggini, sono la dimostrazione perenne della leggerezza di sua madre. Ora Canituccia è sola in questa periferia del mondo nei paraggi di Napoli. La sua unica compagnia, nel calore delle mattinate estive e nel buio delle fredde sere di novembre, rimane Ciccotto, il maiale della sua padrona. Canituccia ha una padrona, la stessa di Ciccotto, Pasqualina, donna avara e sola, sdegnosa e silenziosa, eppure l’unica ad aver accolto la piccola rossiccia senza famiglia. Ora Canituccia attende ordini, dorme in un sottoscala, vaga nei campi, allena la sua solitudine portando in giro il maiale in attesa che arrivi il momento di separarsi.
La sua esistenza è aspra, come quel terreno che ha sotto i piedi, comunque Canituccia non si lascia prendere dallo sconforto, non sempre può farlo.