“Etenesh” e la sua odissea di migrante

Etenesh l'odissea di una migranteGiulio Gasperini
AOSTA – Etenesh è una ragazza etiope che, dopo due anni di viaggio attraverso il deserto e i mille pericoli dell’uomo, approda a Lampedusa, la Porta d’Europa. Questo fumetto di Paolo Castaldi, riedito da poche settimane da BeccoGiallo, ci cala nel punto di vista della ragazza, ci fa sperimentare direttamente gli orrori che quotidianamente centinaia di migliaia di persone conoscono sulla propria pelle. Etenesh è una ragazza reale, la sua storia è una storia vera; ma comunque simbolica. Un po’, nel generale, perché fin dai tempi di Odisseo le migrazioni sono parte costituente dell’umanità, in ogni sua declinazione; un po’, nello specifico, perché molto simile a tutte le storie di tutte le persone che si ammassano sui bordi dell’Africa sperando di poter arrivare in un luogo sicuro, meno feroce. Non c’è molto da stupirsi di quello che accade. Le nostre città sono oramai piene di storie come queste, di narrazione agghiaccianti per crudeltà, per un’umanità e una dignità continuamente violate, a ogni passo.
Il fumetto di Etenesh è un disegno inondato di giallo ocra, come a riprodurre la sabbia che avvolge tutto, il caldo che strazia, la solitudine che accompagna come un’ombra ogni uomo e ogni donna, ogni vecchio e ogni bambino che si avventurano su quelle rotte. Solo il cielo, alcune volte, ritorno a essere azzurro. Anche la Natura è dunque partecipe di una situazione atroce. È un fumetto studiato, quello di Castaldi, per cercare di risvegliare nel lettore un’empatia sicura, un’immedesimazione nelle vicende della ragazza, che spesso guarda negli occhi, perfora le vignette del fumetto e si ficca salda e stabile nelle pupille del lettore, che così è inchiodato alla verità dei fatti. Dalla storia si colgono responsabilità, si afferrano complicità e omertà. Sarebbe impossibile non farlo, particolarmente di fronte a una testimonianza diretta, senza filtri né finzioni. Ma le colpe non sono solo concrete; c’è anche un altro torto, imputabile solamente al caso: quello di esser nati dalla parte giusta o sbagliata del Mediterraneo.
Nuovamente, il fumetto sa squadernare tutta la sua potenza di racconto, di testimonianza, di documentazione. Derubricato, oramai, dai generi letterari minori, “Etenesh” è l’ennesima dimostrazione di come tematiche complesse e articolate, ma anche profondamente attuali, possano essere affrontate attraverso il fumetto, che per linee e dialoghi diventa un’opera d’arte completa, una sinergia potente e autorevole.
Il volume è arricchito da testimonianze autorevoli e da voci prestigiose, come Moni Ovadia e Nicola Grigion. In più, vengono riportate alcune testimonianza agghiaccianti, raccolte dal giornalista Gabriele Del Grande, e un’intervista dell’autore Paolo Castaldi a Dagmawi Yimer, regista etiope che, dopo esser sbarcato a Lampedusa, si è costruito una nuova vita in Italia.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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