Il “Cantico dei Cantici”: il giorno che non valse l’universo intero

Giulio Gasperini
ROMA – Nei nostri appena archiviati anni Zero, in epoca di feisbuc-addicted e di nuove socialità sul web, in cui i messaggi durano il tempo di un errore e la fiducia è costantemente sotto pressione, nessuno avrebbe mai potuto rinvenire la giusta ispirazione per comporre il “Cantico dei Cantici”, il canto-per-eccellenza (unica forma di superlativo che la lingua ebraica conosca). Ad oggi, dopo millenni di poeti e di pennivendoli, codesto poema rimane il più alto e inarrivabile canto d’amore che l’umanità abbia partorito. O che abbia mai potuto godere, leggendo e rileggendolo senza mai stancarsi della perfezione del ritmo e dell’armonia delle sillabe.
Invocazioni ed esortazioni d’amore di uno sposo e una sposa che si scambiano perfette parole d’amore, plasmando immagini d’inaudita sensualità e sentimento che prende fiato e carne, che si appropria di un corpo e si costruisce un’anima per rimanere immortale come l’autore presunto di questo testo, il re Salomone. “Bàciami con i baci della tua bocca”, “Attirami a te, corriamo!”, “Corri, mio Diletto, / sii simile alla gazzella / o al cucciolo dei cervi, / sui monti dei balsami!”.
Nella nuova traduzione della Bibbia, edita nel 2008, le parole poetiche si son scrollate di dosso la polvere del tempo e dell’usura e son tornare a risplendere di tutta la loro potenza, di significante e di significato. Alcuni passi, addirittura, hanno così leggermente, ma consistentemente, modificato il loro significato da apparire quasi nuovi, come se il cantico fosse stato composto adesso, fresco di mente e di ispirazione. Il passo, ad esempio, che recita: “Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, / se trovate l’amato mio / che cosa gli racconterete? / Che sono malata d’amore!” corregge l’antica traduzione “che sono morta d’amore!”, reintroducendo un rapporto più paritario tra sposa e sposo che giova alla perfezione del Cantico stesso.
Il Cantico dei Cantici è erotismo allo stato puro, scevro di ogni volgarità e bassezza umana, perché l’amore stesso è considerata la perfezione più pura di erotismo: sicché “eros” – “amor” per Origene – è sia l’amore mentale che il trasporto fisico, in una perfetta sovrapposizione di significati da non esser mai stata più così raggiunta, in nessun’altra opera umana. Il Cantico è un libro della Bibba, ma mai si nomina Dio. Per questa sua anomalia (e scomodità) fu sottoposto alle interpretazioni più ardite, nell’ansia di giustificarne l’esistenza; fu salvato dai Padri della Chiesa soltanto attraverso una violenta interpretazione allegorica. Ma il Cantico dei Cantici non conosce soltanto spiragli per un’ipotetica giustificazione religiosa. È un canto che condivide immagini e suoni con altre culture, che attinge a un medesimo sostrato antropologico e figurativo: l’amante arriva rapido come gazzella, in una potente e sconvolgente immagine che già compariva in alcune, rare, poesie d’amore egiziane.
Al di là di chi l’abbia scritto, con quali intenti, quale vero e reale significato scorra sotto le immagini e le parole e le potenzi tangibilmente, l’opera non conosce rivali, né potrà mai temere confronti. Come ebbe a dire un rabbino nel II secolo d.C.: “L’universo intero non vale il giorno in cui Israele ebbe il Cantico dei Cantici”.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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3 commenti

  1. Sicuramente una lettura da fare.. interessante e bella.. non credo, però, che facebook e i social network siano poi molto più pericolosi di un sms sul cellulare… ciò che si è rovinato è il sentimento stesso… rincorriamo il successo, la novità, la trasgressione, e ciò porta l’uomo a cercare sempre cose nuove, ad entrare in contatto con molte persone nuove… hanno, sì, una loro responsabilità i social network, ma non diamo tutta la colpa a loro… davvero, basta un sms, uno sguardo, un biglietto per poter rovinare qualcosa… almeno, questo quello che penso io…

  2. Giulio Gasperini

    Verissimo. Basta un sms, uno sguardo, un biglietto per rovinare tutto. Ma è proprio questo il punto: oggi si rovina con più facilità, proprio perché i social network ci hanno imposto il concetto di “facilmente sostituibile”, ci hanno esagerato arditi e sfrontati, consapevoli che tanto uno vale l’altro. Se una cosa finisce non importa molto, perché ne può ricominciare sempre un’altra, magari migliore. Non c’è più voglia di investire perché non c’è più pazienza: e questo si è riflesso, prepotentemente, anche sulle relazioni sociali e sui legami affettivi. Non c’è più il rispetto dell’altro, perché non c’è più il senso del giusto. E i social network hanno dato una mano fortissima a questo cambiamento di rotta, innegabilmente.
    Le promesse del Cantico dei Cantici, al giorno d’oggi, non troverei due fidanzati che saprebbero scambiarseli di nuovo. Per pigrizia, per vanità, perché non gliene frega niente, dopotutto, di codeste parole. Perché tanto qualche altro, velocemente, rapidamente, si trova sempre, si conosce subito.

  3. io questa visione però non la condivido molto…. sinceramente credo nelle persone e personalmente dà altrettanto fastidio un sms che un visita si un social network… ma è la società intera ad essere cambiata, non per colpa dei social network, ma proprio perchè noi uomini siamo cambiati… poi non nego che facebook & co abbiano aiutato, ma nemmeno peggiorato considerevolmente…. ti piantano anche persone che con i social network ci hanno molto poco a che fare….

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