“Le amiche che non ho più”: tre storie di femminicidio. Dalla tv in libreria

Piatto_Carollo_DEF virgoleGiulia Siena
PARMA
– Tre donne, tre storie: Lucia, Roberta e Federica. Tre vite diverse, tre percorsi differenti che si incrociano per un destino comune, o quasi. Tre volti ormai noti alle cronache televisive poiché Lucia (l’impiegata), Roberta (la mamma e moglie) e Federica (la pornodiva) sono state le protagoniste di tragiche morti o misteriose sparizioni. Le loro storie, sviscerate dalle trasmissioni di approfondimento, sono raccontate in Le amiche che non ho più, il libro della giornalista di “Quarto GradoFrancesca Carollo. Pubblicato da Tullio Pironti Editore, il libro contiene la postfazione di Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, esperto di investigazioni scientifiche. “Secondo l’ultima relazione semestrale del Commissario Straordinario per le Persone Scomparse, ammontano a 31.372 le persone ancora da rintracciare, dileguatesi tra il 1974 e il giugno del 2015. La tendenza, purtroppo, – spiega Garofano nella postfazione – registra un costante e preoccupante aumento: nei primi sei mesi del 2015, infatti, sono state presentate quasi ottomila nuove denunce e solo nel 2014 sono scomparse 5.364 donne, di cui 1.028 non sono state ancora ritrovate”.

Lucia Manca, Roberta Ragusa e Federica Giacomini: la loro scomparsa e le conseguenze che ha avuto nel loro piccolo mondo fatto di parenti e amici. La sofferenza, il vuoto, la disperazione, le investigazioni, gli interrogatori, ovvero tutta la frontiera del dolore per arrivare a una verità, a un colpevole. Il carnefice è spesso tra le proprie mura, la persona che si ama; queste donne, infatti, sono state uccise dalla mano di chi dovrebbe proteggerle. La rabbia, poi, dei genitori delle donne, la vana speranza di ritrovarle vive, fino a quando arriva la notizia di un corpo senza vita.
Lucia è stata uccisa perché d’intralcio nella relazione che suo marito, Renzo, aveva con un’altra donna, Cristina. Federica aveva, invece, una doppia vita, segreta agli occhi dei suoi genitori e della sua città natale. Uccisa dal suo fidanzato violento che non voleva credere di aver fatto un simile gesto. Infine, Roberta e quella notizia della scomparsa messa in secondo piano perché surclassata dal disastro della Costa Concordia. Roberta, scomparsa per mano del marito, lo stesso che dichiarò – più volte – che la donna fosse scappata nella notte, abbandonando lui e i loro figli. Vite diverse, storie normali interrotte da morti atroci.

Francesca Carollo ci racconta i fatti con professionalità e sensibilità. Carollo scrive quello che ha visto, descrive chi ha incontrato, parla dei giorni in cui ha vissuto nei luoghi da cui sono state strappate alla vita le vittime. Una verità “del cuore” che l’autrice ha messo a disposizione del lettore per rendere omaggio alla memoria di donne come tante, giovani vittime della follia umana.

“Ho scritto questo libro non per accusare qualcuno, ma per tentare di proteggere qualcuno. L’ho scritto perché le donne si ricordino sempre di tenere gli occhi ben aperti, quando qualcosa non va con i loro mariti, con i loro compagni o, più semplicemente, perché sappiano sempre essere vigili”.

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