Giulio Gasperini
AOSTA – Mentre l’Italia continua a rimanere uno dei pochi paesi europei a non aver ancora legiferato sulle unioni civili, in un ritardo imbarazzante rispetto agli altri paesi europei, iniziano già le polemiche sulla stepchild adoption, ovvero l’ipotesi dell’adozione degli eventuali figli del compagno o della compagna. Nonostante il mostruoso ritardo italico, normativo e culturale, le Famiglie arcobaleno, quelle nate e formatesi all’interno di coppie omosessuali, già esistono, nelle nostre società. Non sono un fenomeno di cui se ne ipotizza l’esistenza o se ne progetta la nascita: già ci sono. Questa è la prima evidenza. La seconda, è che la famiglia dovrebbe essere un luogo caratterizzato dall’amore, dalla sua presenza e dalla sua forza. Suzanne Johnson e Elizabeth O’Connor hanno scritto questo manuale, edito in Italia da Terra Nuova Edizioni, per testimoniare tutti questi aspetti.
Non è terribile nascere e crescere all’interno di famiglie omogenitoriali, anzi; tanti studi effettuati e presentati ammettono proprio l’opposto. Ma quale miglior ricerca della realtà? E di realtà Suzanne Johnson e Elizabeth O’Connor ne presentano molta, in questo libro. Una raccolta di testimonianze, divise per capitoli più o meno tematici, che portano il lettore realmente dentro la vita di tante famiglie omogenitoriali, affrontando tutti gli aspetti della vita, assumendo il punto di vista sia di genitori che dei figli, le più ingiuste vittime di questa situazione di ostilità.
Proprio uno dei capitoli interessanti del libro racconta lo “Sviluppo del bambino e madri lesbiche”, cercando di confutare tutte le accuse e le teorie che gli oppositori delle coppie omogenitoriali presentano a ogni occasione buona. C’è anche un capitolo piuttosto delicato nel quale, con estrema sincerità, si prospettano situazioni particolari, come gli eventuali divorzi tra lesbiche, l’inseminazione artificiale e l’adozione e la ricostruzione di famiglie lesbiche.
Tutti questi casi sono illustrati nella teoria e anche nella pratica, portando e presentando voci di persone che esistono e che realmente, nel quotidiano, vivono l’esperienza sulla loro pelle, avendo aderito a un progetto di vita spesso contrastato e non facilmente perseguibile nella società di oggi. Certo la società statunitense, dove vivono le persone con le quali Suzanne Johnson e Elizabeth O’Connor hanno condotto la loro ricerca, per molti aspetti è piuttosto avanzata rispetto alla nostra, ma per altri addirittura meno. Ed è per questo che, al di là delle evidenti differenze, questi esempi riportati possono diventare degli exempla utili perché diventi palese ed evidentemente drammatico il ritardo della nostra società che, a causa di assurdi blocchi ideologici, ritarda l’acquisizione di diritti che sono senza dubbio necessari e che saranno, senza ulteriore dubbio, inevitabili.
Le famiglie ignorate ma che già esistono
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