Due pappagalli spiegano il consumismo ai bambini

I due Pappagalli pigliatuttoGiulio Gasperini
AOSTA – Come si può spiegare il consumismo ai bambini? Come poter far capire ai futuri abitanti di questo pianeta un concetto difficile, che potrebbe influenzare il loro comportamento e il loro impatto sul mondo? Semplicemente con l’utilizzo di due pappagalli, in I due Pappagalli pigliatutto. L’autore di questa storia senza parola, edita da Edizioni Terra Nuova, nella collana Terra Nuova dei Piccoli, è Dipacho, nato nel 1984 a Bogotà e tra i massimi illustratori dell’America Latina.
Uno nero col becco giallo se ne sta sui rami sinistri dell’albero; su quelli destri, intelligentemente speculari, se ne sta uno bianco col becco arancione. I due trasportano sui rami qualsiasi cosa riescono a trovare, spinti un po’ dall’ingordigia del possesso, un po’ dalla competizione che si instaura tra loro, per chi riesce a portare più “cose”, anche le più inutili. Come possa andare a finire, è facile da immaginare, ma il risultato non è comunque scontato e prevedibile.
L’immagine può avere una valenza più potente di qualsiasi trattato, di ogni parola ci si possa immaginare. Dipacho, essenziale nelle sue linee e nei suoi colori, ci apre sguardi intensi e totalizzanti, proponendoci una visione profonda ma non per nulla banale: è per questo che ci si sorprende, leggendo la fiaba, nell’accorgersi di quanto ovvio (ma non mediocre) possa essere un concetto se osservato con gli occhi umili (ma intelligenti) di un bambino.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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