Tutti i segreti (e il divertimento) della geografia

Il Monte Bianco non è in ItaliaGiulio Gasperini
AOSTA – La geografia è divertente e piena di storie appassionanti. È anche piena di bizzarrie e di curiosità inattese, perché è una disciplina aperta e legata strettamente all’evoluzione dell’uomo, alla sua storia, al passaggio di epoche e ore. Olivier Marchon ha pubblicato in Francia un libro su tutte queste bizzarrie della geografia (“Le Mont Blanc n’est pas en France!”), tradotto dalle Edizioni Clichy con il titolo di Il Monte Bianco non è in Italia.
Proprio la disputa sull’appartenenza “territoriale” della vetta del più alto monte d’Europa è una delle situazioni più compromettenti della geografia attuale, che si riflette (ora meno che in passato) sui rapporti diplomatici tra i due paesi transfrontalieri. Ma Olivier Marchon, che di mestiere fa il regista indipendente, in questo libro ci offre una dettagliata e appassionante carrellata di altre “stranezze”, alcune quasi al limite dell’incredibile. Come la storia del Messico che rivendica la sua sovranità sull’isola di Bermeja, che in realtà non esiste! O come l’esistenza, dal 1816 al 1919, dello Stato di zinco, il Moresnet-Neutro, tra Belgio, Olanda e Prussia (poi Germania).
Il saggio è diviso in sette sezioni, nelle quali sono raggruppate le storie che Marchon racconta, quasi uscite dalla penna di un abile giallista. Si inizia con le enclavi, ovvero degli stati che fanno parte amministrativamente di altri: ad esempio, Llivia, in Francia, che in realtà è spagnola; oppure Nahwa, in territorio degli Emirati Arabi che però appartiene al Sultanato dell’Oman. Poi passa a illustrarci alcuni “luoghi simbolici”, ovvero dei territori che hanno importanza per il loro valore: come, ad esempio, la suite 212 dell’Hotel Claridge’s a Londra, proclamata per una manciata di ore territorio Jugoslavo, nel 1945; o come le tre tenute, possedimenti francesi, che esistono sull’Isola di Sant’Elena, che appartiene invece alla Gran Bretagna; ci sono poi i territori contesti, tantissimi, a dir la verità, che spesso causano morti e lunghissime guerre: Marchon ci racconta di luoghi meno violenti, ma pur sempre divisi dalle follie umane, come l’Isolotto del Prezzemolo, conteso da Francia e Spagna, o le Isole Spratly, totalmente invivibili ma reclamate da ben sei stati! La quarta parte è dedicata ai territori speciali, come lo stato feudale dell’isola di Sercq o la Repubblica monastica autonoma del Monte Athos, in Grecia, ovvero territori che conservano, per l’epoca in cui siamo, eccezionali e straordinarie peculiarità. Tra i territori utopici ci sono tutti i luoghi creati dalle aspirazioni, più o meno folli, degli uomini, come ad esempio l’Isola di Redonda, ovvero il primo stato aristocratico-artistico del mondo, con tanto di ambasciatori e cittadini onorari.
Olivier Marchon non è uno studioso. È solo un appassionato, una persona che ha capito quanto la geografia possa essere interessante e coinvolgente: intrighi, accordi, guerre sottili di potere e di influenza. Marchon ce li racconta con uno stile semplice ma attento, che ci comunica potentemente e interattivamente la sua passione. Al termine di questo libro ci si scopre ancor più curiosi e ghiotti di notizie e stranezze. Perché, tutto sommato, la geografia non è soltanto quella cartina inerte che conosciamo appesa sui muri di stanche aule scolastiche.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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