Prove di paura per governare i cittadini

Prove di pauraGiulio Gasperini
AOSTA – Far appello alle paure più recondite e irrazionali, fare leva sul panico e previsioni di catastrofe, invocare un inconsistente senso di appartenenza fino ad allora sepolto se non inesistente, diffondere una cattiva informazione. Ecco la ricetta per il governo dei cittadini che Livio Pepino traccia nel suo saggio Prove di paura, edito da Edizioni Gruppo Abele nella collana I Ricci.
Barbari, migranti e ribelli sono i tre gruppi “altri”, quelli ai limiti della società civile, quelli che più di altre tipologie più codificate e regimentate spaventano e creano il panico nel resto della cittadinanza. Livio Pepino, in un saggio argomentato, documentato e aggiornato alla più stringente attualità, passa in rassegna i tre diversi gruppi, sottolineando la disinformazione e cercando di evidenziare, invece, la vera consistenza dei diversi fenomeni.
I barbari sono i migranti, fenomeno che in questi ultimi anni sta assumendo le dimensioni di una crisi umanitaria senza precedenti. Il diritto di migrare è insito nell’essere stesso umano: pertanto, i dati ci parlano di movimenti che sono fisiologici della nuova società contemporanea, costitutivi e non concreti prodromi di un’invasione o di un’occupazione, invocate da più parti. Per marginali, invece, Pepino intende tutte le personalità al margine, gli scarti della società, dai poveri, il cui numero complice la crisi negli ultimi anni sta drammaticamente esplodendo, ai vagabondi, i tossici, gli abitanti delle periferie che spesso, come nel caso di Londra e Parigi, si infiammano di insoddisfazione e disagio. Nei ribelli, per finire, Pepino condensa tutte quelle manifestazioni di un disagio legato a particolari situazioni, non necessariamente sociale, ma persino sportivo, come nel caso degli ultras, o politico, come gli anarchici, o geografico, come il caso No TAV in Val di Susa, o di ordine sociale, aprendo una finestra profonda sugli eventi del G8 di Genova 2001, che hanno segnato, così come l’11/09 per gli States, una spaccatura profonda nella coscienza civica e politica dell’Italia. Nell’ultimo capitolo Pepino, dopo la presentazione dei vari fenomeni, analizza gli atteggiamenti che i politici e gli amministratori assumono, di solito, di fronte a questi fenomeni, e il risultato è piuttosto impietoso: la sorveglianza, la punizione, la tolleranza zero sono tra gli atteggiamenti più impiegati; che producono risultati non sempre efficaci o adeguati, come i dati raccontano nella loro schietta evidenza.
Pepino documenta attentamente, con un profluvio di note che se rendono la lettura a volte un po’ faticosa, sono decisamente delle miniere inesauribili di approfondimenti, rimandi letterari, precisissime citazioni bibliografiche e un attento monitoraggio della realtà dei media. L’idea alla base del saggio di Livio Pepino è che non ci si possa abbandonare alla paura più irrazionale, invocata con forza da più parti, perché di fronte alla paura – non importa se motivata oppure no – si finisce sempre per giustificare ogni tipo di reazione.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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