Queste sono alcune delle mie cose preferite.

Giulio Gasperini
AOSTA – Julie Andrews, nel magnifico The sound of music, insegnava alle sue ragazze e ai suoi ragazzi a pensare alle loro cose preferite, nei momenti tristi o di sconforto. Quella canzone, My favorite things, è patrimonio mondiale e collettivo, oramai, e mi è tornata prepotente a suonare in testa quando ho sfogliato le pagine de Il libro delle cose belle di Hervé Eparvier, con le illustrazioni di Soledad Bravi, e edito in Italia da Edizioni Clichy con la traduzione di Maria Pia Secciani.

Questo testo coloratissimo è un catalogo sentimentale, un viaggio attraverso le piccole cose belle che rinfrancano l’animo, che aiutano a combattere la tristezza, che riconfortano da un dolore: ognuno ha le sue, personali e private. Ed è per questo che, nel libro di Eparvier e Bravi, le persone sono tante, indistintamente, di ogni parte del mondo e di ogni età: perché la tristezza appartiene a tutti, così come i rimedi per combatterla e annichilirla.

Si chiude, il libro, con un magnifico arcobaleno, che riprende tutti i colori degli sfondi delle illustrazioni, perché dopo la pioggia arriva sempre il sereno, ma è il viaggio attraverso la tempesta che qualifica la persona e la migliora, la potenzia, la fa crescere; na sorta di pellegrinaggio, insomma, dove si coltiva la speranza, quell’Ultima dea (come direbbe Foscolo) che anima l’essere umano e ogni sua azione. Basta canticchiare, basta concentrarsi sul benessere personale, basta attenzionare sé stessi ed esperire l’armonia e la pace: con un occhio a quell’arcobaleno che è certezza e garanzia.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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