Marianna Abbate
ROMA – Quando parliamo di élite della società di oggi, ci riferiamo sempre meno all’aristocrazia per nascita e alla ricchezza acquisita. Quello che sembra effettivamente differenziare i singoli dalla marmaglia è il sapere e lo status di intellettuale, quel qualcosa che ci fa essere effettivamente superiori. Per questo motivo in molti scelgono di camuffarsi da persone colte vestendo in modo trasandato, facendosi crescere la barba, guidando una bicicletta per le trafficate strade di Roma, citando filosofi e rimatori dialettali nella stessa frase e guardando gli altri dall’alto in basso. Cercano, insomma, di coprire il mancato sapere con un look radical chic o hipster per gli anglofoni, che permetta loro di rientrare in quella tanto anelata élite di nobiltà del nostro tempo.
Ovviamente il goffo tentativo è abbastanza visibile ai più, e i veri intellettuali guardano con ancora più sdegno ed ironia a questa sfera della società. Perché la caratteristica che divide in modo assoluto il vero intellettuale da uno falso è quanto poco gliene freghi al primo di quello che pensa il secondo e di quello che pensano gli altri in generale.
La caratteristica fondamentale è la depressione. Dopo il postmodernismo è arrivato il momento del neodecadentismo, con il suo pessimismo cosmico e l’abuso di sostanze stupefacenti a scopo produttivo.
Lars Iyer, l’autore di “Magma” pubblicato da Meridiano Zero, è un vero intellettuale. Lui di mestiere fa il professore di filosofia, e credo che non esista al mondo sogno proibito più eccitante per gli aspiranti elitari, che fare il professore di filosofia. Il professore di filosofia è il nonplusultra dell’intellettualità: un mestiere che non ti obbliga a produrre assolutamente nulla se non pensieri. Se sei lì a fissare il muro con lo sguardo perso e fai il medico, ti potrebbero dire che stai perdendo tempo. Se invece sei un filosofo e stai fissando lo stesso muro di prima tutti cercheranno di camminare in punta di piedi per non disturbare il tuo lavoro. Ovviamente Lars Iyer queste cose le sa, lui sa tutto. Guarda con ironia quelli che lo guardano mentre lui se ne sta tranquillo a fissare il muro perché aveva visto una crepa.
E decide di aprire un blog: “Spurious”.
Per raccontare l’altra parte, l’altro punto di vista: quello che passa davvero per la testa degli intellettuali 2.0.
Il risultato del seguitissimo blog è il suo primo libro, tradotto in italiano come “Magma”.
Il libro, che non mi sento di chiamare romanzo perché completamente privo di trama, ci porta nei meandri dei pensieri di due accademici britannici. Tra l’alcol e l’insoddisfazione cronica i due viaggiano in quell’Europa che ha visto i successi e la realizzazione del talento di autori e filosofi. L’elemento comune tra Lars e W. è sicuramente la capacità di riconoscere in sé la mancanza di un qualunque talento che potesse portarli all’Olimpo della memoria eterna. Entrambi hanno delle conoscenze molto superiori alla media, e devo riconoscere che a volte ho faticato a seguire il filo dei loro ingarbugliati pensieri. Ma questa conoscenza, questo sapere che li porta ad avere un atteggiamento di saccenza involontaria e congenita, non porta soddisfazioni. I due sono delusi di non avere le capacità letterarie di Kafka e la sua limpidezza nella costruzione della trama.
Il loro raffinato senso critico non grazia nemmeno loro stessi, anzi sono proprio loro i protagonisti assoluti di ogni disapprovazione, costantemente sotto esame del recensore più esigente: l’Io.
E non bastano i giornali, i giochini scaricati sul cellulare a uccidere quell’anelito fremente, quella tensione che dovrebbe essere produttiva, ma non lo è.
Ironico, tagliente, originale questo non-romanzo. Non è un libro facile e sicuramente non vi farà sentire rilassati, ma se siete in cerca di qualcosa di nuovo, eccolo: l’avete trovato.