Giulio Gasperini
AOSTA – Cosa potrebbe accadere se un misterioso Grigio Signore cominciasse a fabbricare giocattoli che catturano e imprigionano la fantasia e i sogni dei bambini? La favola che Luca Nocella ci racconta, in armonia coi potenti e intensi disegni di Alessandro Coppola, potrebbe sembrare agghiacciante, quasi spettrale; come un po’ sono tutte le favole. Ma poi arriva Bianca, “una bambina dagli occhi color cielo”, che parrebbe non averne mai avuto, di sogni. E lei riuscirà a trovare il modo per spezzare la schiavitù dei giochi, la pericolosità dei piani del Grigio Signore, ricacciandolo da un mondo che esplode di nuovo di colori e luce. In “Bianca e il Rubasogni”, edito da Di Marsico Libri, Alessandro Coppola e Luca Nocella ci fanno respirare una storia emozionante nella sua semplicità e linearità.
Narratore e disegnatore ci fanno tornare ad apprezzare i colori, le forme aeree, le distese senza fine della nostra fantasia che non dovrebbe mai conoscere padroni tranne noi stessi. Ancora più drammatica, perché pare riferirsi alla perdita dei sogni dell’infanzia, che accade in tutti noi quando cresciamo e “diventiamo adulti”, la favola ci potrebbe persino in segnare che tutti noi siamo Bianca, e tutti noi abbiamo dei “giochi” stregati, che ci han fatto perdere la semplicità e l’innocenza dello sguardo, la capacità di far volare la fantasia, la cordialità nell’incontro con gli altri e nell’amore per il prossimo. Ma, coraggiosamente, ce ne mostra anche la cura, ci indica pazientemente come poter resistere, e resistendo vincere. Almeno per questo.
“Bianca e il Rubasogni”: storia di tutti noi.
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