Blanca: intervista a Patrizia Rinaldi

Dallo scaffale allo schermo, viaggio nell’evoluzione di un’eroina

Giulia Siena
PARMA
– 5 milioni 672 mila telespettatori e il 26 per cento di share. Grandi numeri per Blanca, la fiction che, in onda su Rai 1, ha raggiunto nella prima serata di messa in onda (lunedì 22 novembre) l’ascolto più alto della stagione televisiva. Ispirata ai romanzi di Patrizia Rinaldi, Blanca accompagnerà i telespettatori, per un totale di sei settimane, in un viaggio tra limiti e sfide. La prima edizione del romanzo risale al 2013, quando le Edizioni e/o scommisero su questo nuovo personaggio: una poliziotta ipovedente che si destreggiava tra indizi e malaffare. Più matura, più esperta ma ugualmente entusiasta e perspicace, Blanca dei romanzi ha un fascino che traspare anche dalla rivisitazione televisiva. Per conoscere le ispirazioni, le evoluzioni e le emozioni che ci sono dietro la scrittura, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Patrizia Rinaldi (nella foto in basso).

Abbiamo assistito alla nascita di Blanca, alle sue evoluzioni e alle sue sfide. Dopo cinque anni di lavoro, Blanca approda in tv. L’eroina della penna di Patrizia Rinaldi sarà protagonista di 6 prime serate a partire dal 22 novembre. Blanca va lontano, quindi; è questo che si aspettava la sua creatrice?
Vi ringrazio per la vicinanza. Sono particolarmente grata a chi è stato con me dagli inizi.
Quando, oramai nel passato remoto, ho scritto di Blanca per la prima volta (per una piccola casa editrice siciliana), neppure si intravedeva il fenomeno delle serie televisive: non solo non mi aspettavo questo risultato, ma non lo immaginavo nemmeno.


Giovane, determinata e “senza paura del buio”. Cambia l’ambientazione – da Napoli a Genova – ma rimane la dinamicità di un personaggio che cattura per bellezza, empatia e forza. Blanca non si pone limiti e vuole dirlo al mondo.
Le mie lettrici e i miei lettori sanno che la mia Blanca è più in là con gli anni rispetto alla Blanca televisiva e troveranno altre differenze oltre l’ambientazione, come accade quando gli immaginari e i linguaggi diversi richiedono autonomia. Eppure le costanti sono notevoli: i limiti che non in maniera indolore diventano risorsa, l’acutizzazione degli altri sensi, lo sberleffo dell’ironia, l’esigenza di non essere identificata con il difetto visivo. E poi la forza, quella forza che è una sintesi e comprende pure la fragilità.

Scrittura, televisione ed elettronica: grazie a Blanca, esperta di décodage, sarà possibile vivere un’esperienza di ascolto innovativa. Attraverso l’olofonia, una tecnica di registrazione e riproduzione sonora eseguita tramite uno speciale microfono, l’olofono, si entra in un mondo differente imperniato sul suono. La speriementazione è stata possibile grazie anche al supporto del maestro Andrea Bocelli. Ma come nacque l’idea di creare un’investigatrice ipovedente?
Blanca è arrivata nella mia vita durante i primi anni del 2000 durante una visita guidata da non vedenti a un sito archeologico e museale. Ora queste sperimentazioni sono più diffuse, all’epoca erano rare.
Ci bendarono e ci fecero conoscere monumenti, reperti e spazi, senza l’aiuto della vista: già a metà percorso gli altri sensi diventarono più vigili. La mia capacità di orientamento, in genere parecchio scarsa, recuperò un’abilità che non credevo di avere.
Blanca per me è le parti mancanti, non solo corporee, che proprio mentre fanno male come se ci fossero ancora, ci dicono di non piangere e basta, di cercare altre parti.

Maria Chiara Giannetta, Giuseppe Zeno e Pierpaolo Spollon sono gli attori protagonisti di Blanca in tv, un trio ben assortito che darà forma alle vicende intessute dall’autrice.
È un grande trio che ha contribuito, con passione e competenza, alla forte credibilità artistica di una serie innovativa e ha offerto un modo diverso di raccontare le persone diversamente abili.

Come si descrive l’emozione di vedere Blanca al Festival del Cinema di Venezia?
La mia gavetta è stata lunga e complessa: ma, anche se è da un po’ che arrivano belle soddisfazioni, in me prevale sempre lo stupore, il senso di meraviglia, lo sguardo gioioso sull’inatteso. È un sentire che spero di non perdere mai, perché il successo va e viene. Quello che resta è la dignità di cercare di fare al meglio il mestiere che ho scelto di fare, con la dedizione appassionata che spesso, appunto, ha superato i limiti.

Informazioni su Giulia Siena

Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com
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