Butterfly, il discrimine tra diritto e amore

L'avvocato di Madama ButterlyGiulio Gasperini
AOSTA – Conosciamo tutti la storia di Cho-Cho-San, la Madama Butterfly, consegnata alla storia dalla straordinaria opera di Puccini, anche se nella sua dimensione più tragica, più violenta e inalterabile. Giorgio Fabio Colombo, professore associato di Diritto comparato all’Università di Nagoya, in Giappone, nel breve ma calibrato saggio L’avvocato di Madama Butterfly, edito da ObarraO Edizioni, punta lo sguardo in una dimensione diversa e, per certi versi, anomala, esaminando la legge sia giapponese che americana, per proporre una loro analisi comparata e dimostrare chi potesse aver ragione, di fronte a un tribunale, tra la piccola Butterfly o il Pinkerton.
Calare nella dimensione legale e giuridica la vicenda estremamente commovente ed empatica della quindicenne giapponese illusa e abbandonata dall’ufficiale americano non fa certo perdere la carica emotiva all’opera stessa, né inficia conclusioni e atteggiamenti che oramai sono diventati indiscutibilmente fondanti della storia del melodramma: Butterfly è un’opera mai uscita dal repertorio, proposta in ogni stagione operistica e quest’anno scelta proprio per l’inaugurazione dell’anno operistico del Teatro alla Scala.
La disamina in cui Giorgio Fabio Colombo conduce il lettore è coincisa ma mai superficiale, attenta e documentata, in continui excursus storici che affondano in tempi remoti e lontani, documentando un percorso complesso e radicale avvenuto nella legislazione giapponese, che andò di pari passo con le notevoli e strutturali modifiche nell’impianto governativo, statale, sociale e persino internazionale, quando avvenne un cambiamento sostanziale nei rapporti con tutti i paesi esteri. Ai temi del diritto matrimoniale e del divorzio si affiancano anche i temi del diritto alla cittadinanza e della progenie, nella figura di quel “piccolo Iddio” da cui Butterfly si congeda alla fine dell’opera, prima di decidersi a compiere l’atto risoluto e definitivo.
Così come Puccini eseguì ricerche musicali per inserire suggestioni nipponiche nella sua musica, rendendola indissolubilmente affascinante, così i suoi librettisti – Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, studiarono la legge giapponese, anche se non in maniera approfondita. Quello che interessava non era, indiscutibilmente, realizzare un trattato di sociologia né tantomeno di diritto. Cho-Cho-San non conosce nulla di tutto questo, forse neanche si immagina questo mondo di leggi, commi, diritti e possibili legittime difese: Cho-Cho-San era una ragazzina che attendeva che i passeri tornassero a costruire i loro nidi perché con loro sarebbe tornato il suo amore. E lei voleva solo questo: solamente essere amata.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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