Giappone: 8 luoghi letterari da non perdere

Per la Giornata nazionale della Lettura scoprire i paesaggi della letturatura giapponese

Orologio Botchan Karakuri a Dogo Onsen

Un itinerario immaginario per scoprire alcuni luoghi iconici della letteratura giapponese: dalla Baia di Matsushima a Matsuyama, passando per Tokyo. La letteratura giapponese, infatti, non è solo manga e anime; vanta una moltitudine di voci e opere che hanno saputo raccontare le diverse sfaccettature del Giappone, fotografandone epoche ed atmosfere. L’occasione per cominciare questo viaggio tra alcuni dei luoghi resi celebri dalla letteratura è stata la Giornata nazionale per la promozione della lettura, il 24 marzo, e approfittiamo per continuare questo percorso “narrativo” che attraversa il Paese. Partendo dal nord, dalla Baia di Matsushima fino alla città di Matsuyama più a sud, passando anche per la capitale Tokyo; un itinerario che porta ad esplorare edifici sacri, quartieri, città e luoghi naturali dove gli scrittori hanno vissuto o dai quali hanno tratto ispirazione per i loro racconti.

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Francesco Dei: Storia dei samurai. Cronache dal periodo degli Stati combattenti

Giorgia Sbuelz
ROMA – Del Giappone, patria dei samurai, comincia a circolar voce in Occidente sul finire del secolo XIII: “Correva l’anno 1298 quando Marco Polo riportò nel Milione le notizie circa il Cipangu (Giappone), raccolte durante il suo soggiorno alla corte di Kublai Khan, descrivendolo come il Paese dell’oro e dell’argento”.

Ma quel che di caratteristico, e allo stesso tempo familiare, suona all’orecchio occidentale della cultura nipponica scaturisce dai fatti politici e militari che segnarono il Giappone nella fase conclusiva del Sengoku Jidai, il periodo degli Stati combattenti. Parliamo del XVI secolo, giusto il periodo narrato da Francesco Dei in Storia dei samurai. Cronache dal periodo degli Stati combattenti di Odoya Edizioni. Il libro è l’ampliamento di Il sole e il ciliegio, uscito nel 2011, in cui ha affrontato il tema della riunificazione del Giappone. Per questo lavoro ha dedicato sei anni di studio, numerose ricerche e viaggi. Continua

Marsilio: “I racconti di Ise”, curati da Andrea Maurizi

Daniela Distefano
CATANIA“Il mio tempo/ si compirà oggi o domani?/ Mentre così attendo inutilmente,/ mi chiedo se sia più imponente/ questa cascata o lo scroscio delle mie lacrime”.
I racconti di Ise (Marsilio), l’opera più rappresentativa del genere degli “uta monogatari” (racconti ispirati a poesie), furono scritti da più persone in un arco di tempo che grosso modo va tra la metà del IX e la metà X secolo. Gli anonimi autori dei “Racconti di Ise” hanno così immortalato l’amore nelle sue più illuminate declinazioni.
Il personaggio ispiratore è Ariwara no Narihira (825-880), il primo grande corteggiatore della letteratura giapponese, il Don Giovanni del vetusto Giappone. Parafrasando Calvino, possiamo affermare che questo libro è un classico che non ha mai finito di dire quello che ha da dire. Tra prosa e poesia, emerge il concetto di “inesauribilità del significato”. Continua

Butterfly, il discrimine tra diritto e amore

L'avvocato di Madama ButterlyGiulio Gasperini
AOSTA – Conosciamo tutti la storia di Cho-Cho-San, la Madama Butterfly, consegnata alla storia dalla straordinaria opera di Puccini, anche se nella sua dimensione più tragica, più violenta e inalterabile. Giorgio Fabio Colombo, professore associato di Diritto comparato all’Università di Nagoya, in Giappone, nel breve ma calibrato saggio L’avvocato di Madama Butterfly, edito da ObarraO Edizioni, punta lo sguardo in una dimensione diversa e, per certi versi, anomala, esaminando la legge sia giapponese che americana, per proporre una loro analisi comparata e dimostrare chi potesse aver ragione, di fronte a un tribunale, tra la piccola Butterfly o il Pinkerton.
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Giorgia Sbuelz, “Nippon Shots”: pillole di un viaggio fisico e sensoriale

Layout 1Giulia Siena
ROMA“[…] Il Giappone scatena in chi lo visita sensazioni forti. Se ne fai una meta di viaggio, molto probabilmente, te ne innamorerai. Se accarezzi l’idea di rimanere, o se solo provi a vivere per il tuo periodo di soggiorno alla maniera giapponese, entrano in ballo altri fattori. Io ho sperimentato sulla mia pelle l’alienazione, la frustrazione, la gioia pura e il massimo stupore, più qualcosa di sfuggente al nostro percepire occidentale, che definirei di compartecipazione a una coscienza superiore di struggente bellezza, un rapimento sensoriale che ti logora dentro e di cui non si può fare a meno”.

Il viaggio comincia dal desiderio di conoscenza, dalla curiosità prorompente e dal bisogno di attraversare altri luoghi. Il viaggio di Giorgia Sbuelz è segnato dalla necessità di incontrare quel mondo che fin da piccola l’aveva rapita con i suoi colori, disegni, storie. Continua

Il dramma – senza fine – della bomba atomica

Il paese dei desideriGiulio Gasperini
AOSTA – Le due bombe atomiche sganciate dagli USA sul Giappone nel 1945 hanno segnato la storia dell’umanità: due distruzioni – senza precedenti né immaginazione – che hanno sancito anche un cambio radicale dei rapporti geopolitici. Ma per le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki sono state, anzitutto, due esperienze di morte e dolore, di cambio radicale di vita e di prospettive. Hara Tamiki è lo scrittore giapponese che più legò la sua esperienza di scrittura alle conseguenze di questo evento. La Atmosphere libri, nella collana Asiasphere, ha pubblicato i racconti de Il paese dei desideri, una sorta di testamento storico e spirituale del giovane scrittore che patì sulla sua pelle l’esperienza dell’atomica.
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“Un barbaro in Asia”, in un Oriente di segni e devozioni

Un barbaro in AsiaGiulio Gasperini
AOSTA – Era il 1931 quando Henri Michaux, direttore della rivista “Hermès” e grande amico di vari surrealisti che frequentavano Parigi, compie un viaggio in Asia, toccando diversi paesi, dall’India a Bali, dal Giappone alla Cina. La sua esperienza di viaggio la possiamo oggi leggere in Un barbaro in Asia, edito da OBarraO Edizioni, con una prefazione di Marco Dotti.
Quelle di Michaux non sono considerazioni di semplice viaggio, ma sono annotazioni antropologiche ed etnografiche, sono osservazioni puntuali e profonde che ci restituiscono un’immagine inedita e spesso “diversa” di quella a cui siamo soliti pensare quando parliamo di Oriente. Un’India, una Cina, un Giappone, ma anche un Ceylon e una Malesia che Michaux ha osservato con l’emozione viva di uno “scopritore”, con l’entusiasmo di chi, per la prima volta, dovrebbe assegnare un nome agli eventi, ai comportamenti, in una sorta di battesimo che ha persino, in qualche caso, l’afflato fremente della creazione. Continua

“It’s ok!!”: i fumetti contro l’omofobia.

IT'S OKGiulio Gasperini
AOSTA – L’omofobia si combatte in tanti modi: con l’educazione, principalmente. Ma anche con la lettura: e cosa ci può essere di più veicolante, di più immediato e fresco di un fumetto? Probabilmente nulla. La RenBooks da tempo edita manga (e graphic novel) a tematica lgbt, proponendo in un paese difficile come l’Italia due innovazioni: quello del fumetto e quella della letteratura a tematica, ancora difficilmente sdoganate. “It’s ok!!” è un’antologia di brevi storie, frammenti di vita che quotidianamente accadono, secondo diverse declinazioni e varianti, rivolta agli adolescenti gay ma anche ai loro genitori, che spesso si trovano impreparati e impotenti ad affrontare un momento estremamente delicato e critico nella vita dei loro figli.
Come tutti i manga, va letta al contrario, partendo dal fondo, e da destra verso sinistra: ma a parte questo iniziale scoglio, la lettura prosegue veloce e divertita attraverso le tante storie che con estrema dolcezza e attenzione vengono presentate al lettore. Nulla di eclatante, quasi una sorta di pudore reverenziale nei confronti di quel momento particolare in cui qualcheduno si scopre omosessuale; e di quel momento, ancora più sofferto e feroce, nel quale decidi di non voler più fingere e ti dichiari al mondo, ai familiari, agli amici, ai nemici, come se ci fosse qualcosa di cui dover chiedere scusa. Le indecisioni, i dubbi, le domande, la rabbia, la derisione: tutti i gradini, i passaggi di una presa di consapevolezza che spaventa perché sono gli altri a spaventare, con i loro giudizi, le prese di posizione, i gesti di bullismo più o meno evidenti, gli orgogli antichi di una cultura che tarda a maturare. Non c’è mai sensazionalismo, non c’è mai irrisione né irriverenza in queste trame; tutt’altro. C’è una partecipazione silenziosa ma evidente, un intento di “compartir” che è sempre la soluzione più giusta e più corretta quando ci si avvicina all’intimità di un’altra persona. Nel volume, creato grazie a Produzioni dal Basso, piattaforma italiana di crowdfunding, tra i fumetti di noti artisti giapponesi come Inuyoshi, Hiraku Taku e Kuro Nohara, sono state inserite note informative sulle associazioni che in Italia si occupano di questione lgbt: un utile strumento per chi, magari, avesse il bisogno di rivolgersi a qualcuno per informazioni o chiarimenti.
L’omofobia si combatte in tanti modi, evidentemente. Ma il primo, e il più importante, è sempre la cultura; una cultura sana, una cultura ricca, una cultura attenta alle evidenze, attenta all’individualità e alla sua sostanza, una cultura che sia attenta al mondo: a come si muove e a come si sviluppa.

“Altro ed altrove”, ma pur sempre lo stesso amore.

0724358139723Giulio Gasperini
AOSTA – Angelo Branduardi ha sempre avuto un occhio di riguardo per la poesia. Cantautore colto e raffinato, ha da sempre perseguito una ricerca musicale attenta e puntuale sugli antichi strumenti, le antiche partiture, le note remote di cui ci si serviva anni fa. Silenziosa, ad affiancarlo nel lavoro di scrittura dei testi, la moglie, Luisa Zappa, spesso mai accreditata ma sempre presente. Sue sono le traduzioni e gli adattamenti delle quattordici poesie d’amore, provenienti da tutto il mondo e dalle più distanti culture, presentante in “Altro ed altrove” (2003).
L’intento è esplicitato dallo stesso musicista, con un intenso messaggio presente nel booklet: un “viaggio, tra sogno e curiosità, immagini di terre lontane, visioni di uomini e donne che, sotto altri cieli, ardono delle stesse passioni”. Come a dire, evidentemente, che se tutti noi crediamo soprattutto all’amore non hanno molto senso divisioni e ripartizioni. Il cielo è unico, l’amore ancora di più, al di là di tutte le declinazioni che può assumere.
Si inizia con “Laila, Laila”, deliziosa ballata nepalese per una donna che ha in sé la dolcezza dello Shiraz e il veleno del cobra di Birmania; poi si va negli States, con un dolce “Notturno indiano”, frutto di una cultura, quella dei “Pellerossa”, in perfetta armonia con la Natura e le Stelle bambine; dall’Afghanistan del 1600, più più precisamente da un componimento del poeta di etnia Pashtun, Mirza Khan Ansari, deriva il testo de “La candela e la falena”, che narra di una amore impossibile, destinato al sacrificio estremo; da un anonimo dei Kabili d’Africa la storia di un Casanova nero, innamorato di tante donne e della sua vita, che innalza una preghiera a Dio, in “Se Dio vorrà”; “Io canto la ragazza dalla pelle scura” proviene invece dalla tradizione dell’Arabia, in cui viene evidenziata l’apparente fragilità di una donna, mentre “il suo braccio è una spada sguainata”; una folk song tradizionale della Scozia canta invece de “La Signora dai capelli neri e il Cacciatore”, la favola di una dark lady, nella scia della rottura poetica shakespeariana; in originale latino, invece, il testo della poesia di Catullo, “Ille mi par esse deo videtur”, celebre rielaborazione del poeta di Sirmione di un componimento di Saffo; straziante, invece, “L’ambasciata a Shiragi”, poesia Nara giapponese del 736, che racconta della separazione tra un marinaio e la sua donna; l’esaltazione della vera bellezza, della giovinezza sempiterna, è il tema di “Giovane per sempre”, adattamento di uno dei più bei sonetti di Shakespeare; ancora dagli Indiani d’America, questa volta dalla zona del New Mexico, una dolcissima ballata di sensualità estrema, in “Ch’io sia la fascia”; “Lo straniero” ci canta la libertà delle donne beduine libiche che, a differenza delle altre ragazze arabe, godevano di una notevole libertà anche amorosa; dal poeta cinese Li Po, del 700 circa, viene la struggente “Ballata del Fiume Blu”, augurio di una vita che trascenda il presente e i suoi limiti sensoriali; il testo de “Il bacio”, canzone emblematica, proviene da un componimento di Rudaki, il “Re dei poeti”, alla corte dei principi Semanidi, in Persia, intorno al X secolo; il viaggio si conclude in Irlanda, con un’antica lirica del secolo IX, in cui il dio Midir invita la “Donna di luce” a seguirlo nella Terra della Giovinezza, dove “nessuno muore prima di essere ormai vecchio”.
Ogni canzone, accompagnata da una pregevole illustrazione di Silvio Monti, per un viaggio più completo tra tutti i sensi e tutte le emozioni ricollegabili al testo poetico e alle suggestioni del più profondo sentimento dell’amore.