Daniela Distefano
CATANIA – “Il mio tempo/ si compirà oggi o domani?/ Mentre così attendo inutilmente,/ mi chiedo se sia più imponente/ questa cascata o lo scroscio delle mie lacrime”.
I racconti di Ise (Marsilio), l’opera più rappresentativa del genere degli “uta monogatari” (racconti ispirati a poesie), furono scritti da più persone in un arco di tempo che grosso modo va tra la metà del IX e la metà X secolo. Gli anonimi autori dei “Racconti di Ise” hanno così immortalato l’amore nelle sue più illuminate declinazioni.
Il personaggio ispiratore è Ariwara no Narihira (825-880), il primo grande corteggiatore della letteratura giapponese, il Don Giovanni del vetusto Giappone. Parafrasando Calvino, possiamo affermare che questo libro è un classico che non ha mai finito di dire quello che ha da dire. Tra prosa e poesia, emerge il concetto di “inesauribilità del significato”.
Ecco dunque il resoconto fedele dei più importanti momenti della vita di un ipotetico quanto ideale nobile di corte. Dietro questa raffinata evoluzione letteraria, una successione di eventi: il raggiungimento della maggiore età del protagonista e il suo risveglio dei sensi; l’innamoramento con la Consorte di Nijo, futura sposa dell’Imperatore Seiwa; gli incontri segreti dei due amanti; il tentativo di rapire la ragazza; il suo allontanamento dalla capitale; il viaggio verso le regioni dell’est; lo scambio di lettere d’amore con donne di diversa estrazione sociale ed età; il suo rientro nella capitale; la partenza per la provincia di Ise in qualità di messo di caccia imperiale; la relazione con la Sacerdotessa del santuario di Ise; gli anni di servizio prestati in tarda età presso la residenza del Principe Koretaka; il ricordo delle delusioni e delle avversità che hanno accompagnato la sua vita pubblica e privata e l’approssimarsi dei suoi ultimi giorni di vita. Martellano nella nostra mente versi di delicato impatto sensoriale, l’amore è visto come un rituale con le sue movenze, i suoi enigmi, le sue certezze:
“Non dimenticate/ chi è lontano come una nuvola/ perché come la luna/ che gira intorno al cielo/ di nuovo ci incontreremo”.
Un libro prodigioso, che ci fa tuffare nel lago di una civiltà percettiva, spirituale e anticamente nuova:
“Inseparabili/ come i due rami di un fiume/ le cui acque scorrono per sempre attorno a un’isola/ sono i cuori di due persone/ che si sono ritrovate”.
La raccolta è curata da Andrea Maurizi, il quale insegna lingua e letteratura giapponese all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla letteratura giapponese e tradotto diverse opere classiche e moderne.