Giulia Siena
PARMA – Dire che con Cometa Gregorio Magini cerchi la provocazione è inesatto. Gregorio Magini, attraverso il suo Cometa, scrive e descrive vite distratte che brancolano in una normalità qualunque resa anomala da tonnellate di silenzio. Magini descrive la normalità dell’oggi, nulla di più, e il fatto che lo faccia attraverso la percezione del piacere e del dolore non ne muta il contenuto. Cometa, il romanzo in libreria da poco più di venti giorni pubblicato da NEO Edizioni, ha i tratti fondamentali di un romanzo di formazione, ma non aspettatevi personaggi risoluti, vincenti e soddisfatti; aspettatevi – e ci tengo a sottolinearlo – personaggi dissennati, persi e soli che cercano nel piacere fisico il sussulto primordiale della vita; che trovano nella casa materna il proprio porto sicuro. Aspettatevi una scrittura tagliante e precisa, ma mai scurrile, nonostante l’apparenza. Cometa è un racconto scevro di buonismo e pudicizia. Magini non si perde in chiacchiere, mette su carta una storia (a tratti onirica, spesso distopica) che si apre in una camera da letto nei primi anni Ottanta. Guardiamo dalla culla, dalla prospettiva del neonato che già attraverso lo sguardo riconosce il piacere ed entra a contatto con quel mondo da cui sarà poi catturato e rigettato. Il piccolo Raffaele cresce sempre accarezzato dalla brezza del piacere e quando il dolore arriva, veloce e travolgente, quell’aurea di amore fisico che lo protegge e lo culla, allevierà la mancanza. Raffaele cresce, scappa e si sottrae alle moine di una vita borghese; guarda al mondo con gli occhi dell’adulto che si pone interrogativi da bambino: in lui qualcosa è ancora innocente. E mentre Raffaele conserva la spontaneità del fanciullo crescendo tra una storia all’altra cercando il piacere più estremo e rifuggendo ogni tipo di spiegazione, incontra un altro ragazzo recluso in un’adolescenza che stenta ad andare via, Fabio. Si incontrano sui banchi dell’università, per caso, e per caso cominciano a progettare nuovi programmi che possano cambiare il mondo. Internet è la nuova frontiera della comunicazione e delle relazioni e loro vogliono dettare tempi e modi del cambiamento. Intanto la confusione regna sovrana, nel bilocale che Raffaele condivide con Barbara, così come nella stanza e nella testa di Fabio. Raffaele e Fabio sporcano le proprie vite con la quotidianità, si incontrano, si scontrano e si sorreggono. Due mondi differenti, due modi differenti. E mentre crollano le certezze di Raffaele dietro un amore lancinante e passionale, aumentano le incertezze di Fabio al cospetto di una vita che vive per riflesso.
Gregorio Magini – fondatore, insieme a Vanni Santoni, del progetto SIC (Scrittura Industriale Collettiva) – ripristina nella sua persona la dualità dei personaggi di Cometa: conserva in sé, infatti, l’anima dell’esteta artista (Raffaele) e quella del programmatore nerd (Fabio); attraverso questo dualismo analizza il viaggio difficile e sconclusionato nel mondo attuale.