Giulia Siena – Fiori de menacao 2018 non è solo un’antologia che raccoglie gli scritti, l’impegno e la socialità espressa da un gruppo di persone che dalla cittadina veneta di Dolo vogliono parlare di cultura. Tra i principali obiettivi dell’antologia brentana, Fiori de menacao, c’è sicuramente quello di fare della scrittura uno strumento di “resistenza” di fronte all’evolvere – negativo – della società del nostro tempo. La cultura, infatti, rappresenta uno degli ultimi baluardi di salvezza contro l’involuzione di cui siamo spettatori; la scrittura si fa catalizzatore di intenti, di bellezza.
E allora sfogliare le pagine di questa antologia diventa sempre più gesto rivoluzionario e nobile perché attraverso la prosa e la poesia gli undici autori creano un argine forte contro il dilagare della violenza e della prepotenza.
Gli scritti qui raccolti parlano del tempo che passa e che cambia (Luisa Salvagno in I Vecchi e L’autunno), della bellezza misteriosa e ancestrale della natura, con le madri e i suoi figli (Maria Grazia Mirabella in Fimmini, Ficurinia e Picciriddu), di attualità, guerra e terra (Virginio Gracci in Una preghiera per l’Iraq), di amore e sue declinazioni (Leris Marchiori in Quando finisce un amore e Oggi sposi) e di vita, perdite e ritorni (Antonella Bergamasco in Senza parole). Sono tante, infatti, le tematiche che in queste pagine si alternano, tornano e si intrecciano poiché ogni scrittore dà una propria interpretazione degli eventi, dei luoghi e dei sentimenti.
Oltre centocinquanta pagine di impegno letterario e civile perché, come dimostra l’antologia brentana Fiori de menacao 2018, la cultura è salvezza, oltre che bellezza.