Haiku alfabetici: le immagini in poesia di Mariella Bettarini
Giulia Siena – Mariella Bettarini ha sempre fatto poesia ma, con Haiku alfabetici, si accosta a una parola totalmente scevra di orpelli e carica di senso. Pubblicata nel 2021 dalla casa editrice romana Il ramo e la foglia, questa raccolta è un affresco sul quotidiano e il contraddittorio partendo proprio dall’alfabeto. La poetessa e curatrice fiorentina dedica ad ogni lettera che compone l’alfabeto una parola da declinare per comporre immagini, suoni, emozioni.
“O voi – parole / una vita a parole / un’altra vita
Amo parole / compagne parole / o voi – parole
Se voi mancate / manca molto del vivere / parole-vita
Parole-amore / non amore a parole / (amore è amore)
Parole-sole / non soltanto parole / o voi – parole”
Interrogativi, risposte e speranze si rincorrono di verso in verso, saltando terzine e concludendo pensieri senza, però, mai mettere un punto. La parola si palesa nella sua nuda realtà; è viva a narrare ciò che l’occhio vigile intercetta: il ricordo, il cambiamento, l’oggi, la luce, l’orizzonte, la speranza, il domani. In questa particolarissima forma poetica l’essenza è la caratteristica più palese. Ma, come scrive Annamaria Vanalesti nella postfazione del libro, “non simporta che si tratti di di persone, animali o cose, di elementi valoriali astratti o concreti, importa piuttosto che ogni tassello si incastri nel punto giusto e il mosaico appaia nella sua interezza”. Quello che va componendosi è, infatti, un affresco dettagliato di sensazioni e sentimenti in cui tutto tace, ma tanto dice: la vita nel suo mistero, gli uomini e la ricerca della pace, della luce, del lavoro, poi il tempo e le sua costante fuga, la natura “vitale sempre / fedele alle tue leggi / ci sei maestra”.
Mariella Bettarini ci conduce in un percorso poetico che vale la pena compiere. Dura poco, ma su quei passi – tra quelle pagine – possiamo sempre tornare. Con lei osserviamo, calpestiamo le tenebre, ci accostiamo alla luce, sentiamo scatenare l’odio, l’indifferenza, la gioia. E mentre la “mente spegne memorie”, “noi siamo stranieri a noi: xenophilia”.