Giulio Gasperini
AOSTA – Non abbiamo un pianeta B. Questo è chiaro e irrimediabilmente incontrovertibile. Sulla Terra siamo ospiti, ne siamo custodi, responsabili per ogni ora, ogni giorno passato presente e futuro. La Terra respira, di Guia Risari e Alessandro Sanna, edito da Edizioni Lapis, ci dimostra, con evanescenti e potenti illustrazioni, che la Terra ha un suo respiro, ha un’autonomia e una capacità di sopravvivenza indipendenti dalla presenza umana.
L’essere umano, nel magnifico palcoscenico della natura, è una presenza insignificante e residuale; nel migliore degli atteggiamenti, è un contemplatore affascinato e ammaliato dalla poeticità delle sue forme, delle altezze e delle profondità, dei colori e dei contatti, delle tangenze e della maestosità ingovernabile. Le figure umane, in queste magnifiche tavole acquarellate, sono esilissime, minuscole, puntini che paiono evanescenti e spettrali, che fuggono, schizzano via.
Tutto è abbozzato, nel libro, suggerito senza confini né limiti, mai contenuto in una riga, ma si squaderna sulla pagina bianca e si espande dal bordo, a suggerire che l’esistere si dilata e non è contenibile. È una ricerca che spinge ad andare sempre un passo avanti, a immergersi sempre più in profondità, diventando parte della natura stessa, smarrendo i propri margini umani e dissolvendosi in una comunanza di esistenze e potenze altre.
La Terra respira, seppur nella sua brevità, è un racconto che sconfina dalle pagine, ha la potenza del fiato, di quell’o’scia, fiato-mio, con il quale a Lampedusa ci si saluta; un saluto vitale, pieno di forza di energia pieno di vento e di mare di sole e anche di tempesta. Perché tutto è natura e tutto trova il suo più meraviglioso compimento in un pianeta per adesso unico e ineguagliabile.