Jean Giraudoux, sorriso amaro
Giulia Siena
PARMA – Ironico, diretto e – a tratti – dissacrante, Jean Giraudoux è approdato alla scrittura narrativa dopo un’esperienza giornalistica deludente. Nato a Bellac il 29 ottobre 1882, Giraudoux è ricordato nella letteratura francese del Novecento per il suo umorismo mistificatore e per il talento espresso attraverso tante commedie e opere teatrali. Via del Vento Edizioni offre ora, attraverso la pubblicazione de La lettera anonima e altre prose inedite in Italia, una buona occasione per conoscere la scrittura il genio di Giraudoux.
Il volume, pubblicato nella collana Ocra gialla e curato magistralmente da Stefano Serri, è un viaggio in cinque prose scritte e pubblicate su alcune riviste parigine tra il 1908 e il 1910 e poi raccolte in Les contes d’un matin. Questo è il periodo in cui il giovane Jean viaggia: si stabilisce a Monaco dove frequenta teatri e circoli letterari divenendo corrispondente per Le Figaro; si sposta in America dove diventa lettore all’Università di Harvard. Al rientro a Parigi, cura una rubrica per la rivista Matin, ma la sua esuberanza lo costringerà presto ad allontanarsi dal giornalismo. Giraodoux non abbandonerà (per fortuna) mai la scrittura: romanzi e, soprattutto, opere teatrali racconteranno la variegata visione artistica e psicologica dell’autore francese. Quello che non manca mai – e questi cinque scritti ne sono testimonianza – è il sorriso sagace e rivelatore; i personaggi di Giraodoux sono umani feriti, segnati, risolti che trovano nella vita, così come nella fine di essa, un’occasione per sorridere. L’atto stesso (amaro o piacevole che sia) è momento rivelatore e distensivo; lo sa bene il signor Lenard, protagonista di Lettera anonima (“Lui la salutò per primo. Lei sorrise per prima. E il signor Lenard imparò così che gli enigmi del nostro passato, quando arriva la disgrazia, sanno assumere una verità retrospettiva”). E questa piccola verità si pone anche davanti agli occhi di Charlie Eggins, protagonista de Al miglior offerente, che afferma: “Se non c’è che un modo per venire al mondo, ce ne sono mille per uscirne, e scegliere questi è una cosa delicata”.
Una lettura agile e interessante, un modo coinvolgente per conoscere la scrittura di Giraoudoux e volerla, assolutamente, approfondire.