Guanda: L’Africa non esiste nelle parole di Gianni Biondillo
Daniela Distefano
CATANIA – Un continente enorme, una distesa di Paesi, etnie, lingue, culture diverse, per noi è solo una parola: Africa. Un luogo comune più che un luogo geografico che evoca immagini di miseria e denutrizione, guerra e violenza, ma anche safari, leoni, magie naturalistiche, danze e folklore. L’Africa per l’autore di questo succoso libro, L’Africa non esiste (Guanda), è un crocevia di mondi contrastanti, di Vita e di Morte, di Calvario e Redenzione. Gianni Biondillo racconta così la propria esperienza, quella che gli ha permesso di scoprire l’ Eritrea, il Ciad, l’ Egitto, l’Uganda e l’ Etiopia.
La sua esplorazione restituisce, di questo vasto continente, un’immagine viva, ripulita dall’opacità degli stereotipi, che fa i conti con i nostri pregiudizi e li ribalta in sapori, colori, incontri. E nostalgia.
L’Africa non è più quella della post-colonizzazione. E’ un continente pieno di dilemmi e difficoltà, ma anche vitalità e repentini mutamenti. Però le ferite, in molti casi, devono essere ancora rimarginate. Addentrandoci tra le pagine del volume, ci imbattiamo in un Cairo “capitale di un popolo che si sente diverso, particolare, antico come le sue Piramidi. Non riesco a capire se tanto orgoglio possa portare ad una deriva nazionalista o se da qualche parte occorra pur partire per darsi un sentimento di appartenenza che non coinvolga necessariamente politica o religione.
L’Africa immobile del nostro pigro immaginario occidentale ovviamente non esiste(..) Perché mai come in questi anni l’Africa non sta ferma nella fotografia di una terra destinata alla sconfitta. Addis Abeba è una città cantiere, tesa fino allo spasimo nel ridisegno urbano. Oggi molti dei posti che ho visitato non li ritroverei più. Interi quartieri di bidonville, dove vivono stipate centinaia di migliaia di persone giunte dalle campagne, vengono quotidianamente abbattuti per essere sostituiti da grattacieli sfavillanti, centri commerciali, uffici, banche”.
Tutto è in fieri, la salita è ardua, parliamo di una Regione del pianeta che si contraddistingue per la sua arretratezza civile, sociale, economica. La crescita è potente, però le piaghe che affliggono l’Africa sono tante, dolorose, e sembrano destinate ad essere eterne. Ma niente è per sempre, cantano gli Afterhours. La Cina più che l’Europa contribuisce oggi a dare un volto nuovo a questo continente che è stato troppe volte dichiarato estinto, ma che rinasce ogni volta dalle proprie ceneri, catastrofi, abbandoni. La migrazione è un fenomeno che ci interessa abbattere, però siamo lontani dal trovare una soluzione alla tragedia che non ci è estranea. Le condizioni climatiche avverse, le disuguaglianze economiche, la schiavitù femminile, le guerre, la cultura di miseria che connotano da sempre le nostre idee di Africa un giorno forse potranno mutare, ma l’importante è ammettere che se ciò accadrà, sarà anche per via del nostro impegno a sconfiggere l’egoismo e l’indifferenza.
Gianni Biondillo
Architetto e saggista scrive per il cinema e per la televisione. Fa parte della redazione di Nazione Indiana.