Intervista ad Elisabetta Bricca
Giulia Siena
PARMA – Emma è poco più di una ragazzina quando Franco abusa di lei. La sofferenza, la vergogna, il silenzio. Tutto attorno ad Emma ha il sapore della sconfitta e della derisione; è Settimio, suo fratello, a salvarla portandola nel palazzo di Elisabeth, dove diventerà la nuova cameriera. Emma non è come le altre ragazze che attendono l’amore per fuggire altrove, lei non è interessata ai fronzoli, vorrebbe avere il tempo per studiare, leggere; Elisabeth, dentro quella gabbi dorata è infelice. Qui le due donne, così diverse, così segnate e disilluse, troveranno dialogo e comprensione. Insieme, attraverso la lettura delle più intense pagine di Virginia Woolf, combatteranno per la propria libertà. Quando Elisabeth verrà a mancare ad Emma sarà chiesta una nuova prova. Dovrà partire, abbandonare la familiare Cortona e andare alla ricerca del passato della contessa. Elisabetta Bricca (nella foto in basso) con Cercando Virginia, pubblicato da Garzanti, rende omaggio alla grande letteratura attraverso una storia che parla di donne alle donne. Di questo romanzo ci parla la stessa autrice.
Dopo “Il rifugio delle ginestre” (Garzanti, 2017), Elisabetta Bricca torna alla letteratura con “Cercando Virginia”, una nuova storia con al centro la forza delle donne. Oltre che destinatarie principali della tua scrittura, le donne sono grandi protagoniste di questi due romanzi. Come mai?
L’universo femminile mi ha sempre affascinata. La condizione sociale, storica, politica delle donne nel corso dei secoli, le lotte che abbiamo dovuto sostenere per rivendicare con le unghie e con i denti i nostri diritti, la forza nel non darci mai per vinte, le grandi donne del passato, le donne bruciate sul rogo come streghe, ma anche le donne che si sono ribellate nella quotidianità costituiscono per me una grande fonte d’ispirazione. Amo dare voce a chi voce non l’ha potuta avere. Amo scrivere di donne, del loro modo di essere al mondo.
Cercando Virginia” è un romanzo che attraversa quasi un secolo di storia: da Virginia Woolf al fenomeno femminista dei primi anni 70. Come nasce questa idea?
L’idea nasce dal mio grande amore per Virginia Woolf, come scrittrice e come donna. Volevo narrare una storia che avesse lei come protagonista e che rappresentasse, allo stesso tempo, un pretesto per parlare in generale di parità di genere.
La Woolf è al centro della narrazione, descritta nella sua struggente e poetica forza attraverso stralci o rimandi ad alcuni dei suoi più importanti romanzi. Cosa può insegnare, oggi, una scrittrice di questo calibro?
Può insegnarci che noi donne possiamo fare tutto ciò che vogliamo, che non dobbiamo lasciarci impaurire dalle etichette, dal giudizio facile, dai pregiudizi, C’insegna ancora oggi a ribellarci, a tenere alta la testa. A rivendicare il nostro diritto ad esprimerci come persone prima, come essere umani.
Emma, protagonista di “Cercando Virginia”, ha subito la violenza, ha dovuto affrontare la derisione, le etichette, l’indifferenza e la costrizione. Il viaggio nel dolore, però, l’ha plasmata. La figura di Elisabeth è comunque stata fondamentale per questa “catarsi”. Le donne possono essere determinanti, ma anche le peggiori nemiche delle altre donne. Un concetto sempre attuale.
Esattamente. E’ una grande fortuna quando si riesce a costruire una rete di solidarietà tra donne, è fonte di energia e d’ispirazione oltre che di forza. Purtroppo, e dico purtroppo, molte donne sono le prime giudici delle altre donne, vittime a loro volta di un sistema patriarcale che difendono perché spesso è più semplice accettare, stare dalla parte del più forte, che mettersi in discussione.
È solo attraverso la sofferenza che si giunge ad essere consapevoli di se stesse e, quindi, all’indipendenza?
Non sempre. Almeno auspico che non debba essere sempre così. La storia c’insegna però che spesso, per moltissime donne, è stato questo il percorso.
Cortona, i suoi vicoli e la sua eleganza, fanno da sfondo a questa storia che nella seconda parte si sposta nel Regno Unito. L’ambiente raffinato e storico della cittadina toscana rende bene la riservatezza di Emma. Come mai hai scelto di ambientare qui, in questa parte di Italia, il Tuo romanzo?
Amo Cortona, dista appena 21 chilometri da dove vivo. E’ una cittadina che conosco bene e ho pensato che la sua atmosfera così antica, a volte cupa, potesse ben adattarsi alla prima parte della storia, quella in cui Emma è ancora figlia della terra da cui proviene.
Oltre a Virginia Woolf, quali sono gli autori che ami e che ti “guidano” nella scrittura?
E’ una domanda difficile, ogni scrittore, ogni scrittrice che ho letto nella vita mi ha dato qualcosa. Sono appassionata di letteratura americana (Steinbeck, Hemingway) ma leggo con passione anche i vecchi classici inglesi come quelli di Thomas Hardy. Le “mie” scrittrici, quelle che rileggo periodicamente, sono: Edna O’Brien, Simona Vinci, Marguerite Duras, Angela Carter, Shirley Jackson. Ultimamente mi sono appassionata alla saga de I Melrose di Edward St Aubyn, mi è molto piaciuto “Persone normali” di Sally Rooney.
Quali sono le 3 letture che Elisabetta Bricca leggerà e vorrà consigliare per questa estate 2020?
Questa è una domanda ancora più difficile! “L’eredità delle dee” di Katerina Tuckova, Keller editore, “Ricordarmi nell’acqua” di Eloisa Donadelli, Sperling&Kupfer, “Mai stati così felici” di Claire Lombardo, Bompiani.