Giulia Siena
MODENA – Ottima affluenza di pubblico, tanti libri, molte novità, un intero spazio dedicato ai più piccoli (BUKids), scrittori stranieri, la commistione tra letteratura e altre arti e un ricordo per il grande Umberto Eco: questi gli ingredienti della nona edizione di Modena Buk, Festival della piccola e media editoria. Un fine settimana (sabato 20 e domenica 21 febbraio) tra i libri che si è chiuso con circa venticinquemila ingressi, più di sessanta eventi, letture, incontri e presentazioni all’interno della location – il maestoso Foro Boario – e gli stand degli oltre cento editori arrivati da tutta Italia per soddisfare la curiosità di lettori e booklovers. Modena Buk Festival è organizzato da ProgettArte per la direzione organizzativa di Rosita Pisacane e la direzione artistica di Francesco Zarzana. A quest’ultimo abbiamo rivolto qualche domanda.
Nona edizione per Buk Modena, l’evento che apre la stagione dei festival letterari e che si pone come punto d’incontro tra editori e lettori, crocevia della produzione editoriale di Nord e Sud. Ogni anno, vediamo, un grande ricambio tra case editrici e anche editori “fedelissimi” all’evento; come viene fatta la selezione delle case editrici che partecipano?
Ogni anno vediamo in maniera tangibile l’interesse delle case editrici per il nostro evento. Per fortuna, o purtroppo, riceviamo più richieste di quanti siano effettivamente i posti disponibili nel Foro Boario, la location che fin dalla prima edizione ha ospitato il Buk Festival. Nonostante i motivi di spazio, noi non vogliamo assolutamente lasciare questo posto per spostare l’evento in un quartiere fieristico e quindi fuori dal centro di Modena. Buk Festival è anche il Foro Boario.
Questa edizione di Buk, purtroppo, è stata segnata dalla morte di Umberto Eco.
Già. Proprio lo scorso avevamo sostenuto la sua fondamentale battaglia contro la concentrazione editoriale in Italia. Buk, infatti, aveva sposato l’appello di Eco e degli altri autori in vista dell’acquisto di Rcs da parte di Mondadori. Lo abbiamo seguito e ammirato fino all’ultimo, con il suo tenace impegno a favore delle eccellenze editoriali.
Cosa ha di speciale Modena Buk Festival? Perché credere ancora nella piccola e media editoria?
Buk Festival attrae, ogni anno, circa venticinquemila visitatori e lo fa senza clamori o grandi nomi. Di questo, un po’, ci vantiamo. A Modena Buk la curiosità del pubblico viene stimolata poiché i lettori possono trovare libri di eccellenza tra gli stand di piccole e medie case editrici provenienti da tutta Italia. Un’editoria, questa, che va valorizzata e sostenuta con l’acquisto e Modena risponde sempre molto bene.
Il direttore artistico è al centro di queste dinamiche, ha anche il ruolo di trovare un equilibrio tra la domanda e l’offerta. Come riesce Francesco Zarzana in questo difficile compito?
Cerco di trovare questo equilibrio e svolgere il mio ruolo anche attraverso le iniziative collaterali alla fiera stessa. Lo faccio attraverso tutti gli eventi che noi, come festival, organizziamo: in questa edizione sono stati oltre sessanta gli eventi che hanno presentato e dato voce ad autori e protagonisti dei libri. Ogni anno tentiamo di trovare idee nuove, di incentivare la lettura e di incuriosire i lettori avvicinando mondi che sembrano divisi, come moda e letteratura, musica e letteratura, cinema e letteratura. L’edizione 2016 si è appena conclusa e siamo già a lavoro per la decima edizione, nel 2017.
Sembra, dico sembra, che l’obiettivo di incentivare la lettura, da qualche tempo a questa parte, abbia funzionato. Quest’anno, dopo anni di segni negativi, i dati della lettura in Italia sembrano essere migliorati. Qual è il punto di vista di un osservatore attento come te?
Io non mi lascerei andare a facili entusiasmi. E’ vero che i dati di vendita, nell’ultimo anno, sono aumentati, ma c’è ancora molta strada da fare. Continuiamo in questa direzione, non smettiamo di promuovere la lettura, di parlare di libri, di invogliare la gente a comprare e leggere. La strada è questa.