“Non ti preoccupare” se arriva un terremoto a Teheran

Non ti preoccupareGiulio Gasperini
AOSTA – Il terremoto che colpisce Teheran non è soltanto un evento fisico, geologico; nel romanzo Non ti preoccupare della scrittrice Mahsa Mohebali (edito in Italia da Ponte33) è metafora di un cambiamento repentino e devastante che sta per colpire la società iraniana, in un momento storico sospeso pericolosamente tra tradizione e innovazione, tra passato e futuro, tra potere e società civile, tra adulti e giovani alla ricerca di un nuovo orizzonte.
Arriva il terremoto, dunque, a Teheran, e le scene sono quelle consuete, del panico che ti spinge in strada e dello smarrimento che ti fa stipare la macchina all’inverosimile di oggetti decidendo di partire per chissà dove, come se stare in città fosse più pericoloso che rifugiarsi nelle campagne. La voce narrante è quella di Shadi, una giovanissima tossicodipendente sempre in lotta con la famiglia e alla costante ricerca della sua razione quotidiana di oppio. Non ha nessun’altra finalità che quella di procurarsi la dose, quella che le permette di evadere e di allontanarsi dall’appartamento soffocante. Sullo scenario di una città devastata, che abbrutisce e che mostra gli aspetti più deliranti degli esseri umani, si muovono anche gli altri personaggi, che compaiono e appaiono come comparse in questo monologo di Shadi, frenetico e spesso incoerente, devastante e sconclusionato. Oltre alla famiglia, composta da un padre assente, una madre isterica, un fratello troppo bello e perfetto da poter esser sopportato, un altro fratello troppo pazzo per potercisi relazione, una nonna che l’Alzheimer ha trasformato in una mina vagante, ci sono gli amici: tanti punti interrogativi in questo paese che cambia forse fin troppo velocemente; come Ashkan, che con un sms avverte di un suo nuovo tentativo di suicidio. Ma ci sono anche tutte le altre persone che si incontrano più o meno distrattamente in una città in fuga da chiunque e verso dovunque, una città che frana ma che si ricostruisce più in fretta, un paese che si ribella a sé stesso e ai suoi politici.
Le percezioni distorte di Shadi, i suoi percorsi che si popolano di personaggi grotteschi e al limite dell’assurdo, le sue vane ricerche e i suoi rapporti tumultuosi con persone e persino animali significano la più profonda essenza della realtà iraniana, sviluppando una lunghissima e profonda metafora che più di altro riesce a plasmare e dare un senso alla realtà contemporanea.
Mahsa Mohebali è una delle voci contemporanee più interessanti della narrativa contemporanea iraniana, che, con uno stile e un linguaggio piuttosto irruento e furioso, dà voce a una generazione in fermento, alimentata da ispirazioni nuove e radicali, drastiche e persino drammatiche nella loro radicalità senza apparente possibilità di ritorno.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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