Giulio Gasperini
AOSTA – Oggi risuona al ritmo come di una filastrocca: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Ma a partire dalla seconda metà del Settecento, quando il chimico Lavoisier teorizzò un’osservazione, la realtà non fu più la stessa. Cristina Nenna, in Monsieur Lavoisier e il segreto della trasformazione, edito da VerbaVolant Edizioni, traspone con un’autentica leggerezza il contenuto di questa massima in una storia di raffinata poesia. Il valore poetico – ci insegna questa storia arricchita dalle splendide illustrazioni a collage di materiali eseguite da Monica Saladino – non sta soltanto nella letteratura, ma anche in ogni dimensione della realtà; anche nella chimica che, della realtà, è la dimensione costitutiva più forte. Questo di Nenna è un volume quasi d’arte, con le pagine cucite con uno luminoso filo rosso, impreziosito da inserti di materiali diversi al tatto e alla vista, arricchito da una colonna sonora appositamente composta e scaricabile, che trasforma una considerazione chimica in una fiaba altamente emotiva.
Akim è un bambino, inconsapevole delle leggi estreme e remote che regolano la realtà. Un giorno, di fronte a uno sguardo triste ma sperduto della madre – inabissato in un’orizzonte incomprensibile – Akim capisce, attraverso lo stesso Monsieur Lavoisier che si materializza dal mare, che cosa sia una trasformazione e un processo di cambiamento, per cui il risultato finale è diverso da quello di partenza ma con la presenza degli stessi componenti: soltanto, cambiati nella forma e nella sostanza. E capisce che quella tristezza così aggrappata alla mente e al corpo della madre presto passerà – ma non perché sparita; semplicemente trasformata in altro. È questo processo che cuce addosso a ognuno le esperienze e che lentamente, come i sedimenti di un fiume, fa crescere e ispessirsi.
“Monsieur Lavoisier e il segreto della trasformazione” è un piccolo gioiello, per forma e contenuto, che si sfoglia quasi temendo che si strappi come un papiro antico o che cada e si frantumi in mille pezzi come cristallo. Ma in realtà ha una portata e una potenza enormi, perché ci pone con semplicità e umiltà di fronte a una delle leggi costitutive della realtà che ci fonda e ci compone. Pensare che tutto quello che ci circonda non vada perso ma che ritorni, si riproponga, declinato in altri aspetti e composizioni, in altre sostanze ed essenze, è una rivincita sulla finitezza del mondo, dell’essere umano stesso e di quello che riesce a creare. Quasi la prova concreta dell’immortalità.
Ogni trasformazione conserva la materia
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