NPE: “Pescabolario”. Un vero falso manuale di pesca, con tanto di lemmi, bigattini e tutto il resto.

Daniela Distefano
CATANIA Andrea Bersani, classe 1955, vive e lavora a Bologna.
Dopo aver conseguito la maturità in Arte Applicata (Decorazione Pittorica) presso l’ISAB, ha insegnato per un breve periodo. Dal 1975 si occupa di comunicazione visiva, come grafico, pubblicitario, disegnatore
(sue le campagne illustrate per Mandarina Duck ed il marchio dei Cantieri Nautici Ferretti). Autore satirico e artista visuale, ha sempre avuto una fortissima propensione per l’ironia grafica, in tutte le sue declinazioni, hobby che lo ha portato nel tempo, non solo a produrre per diletto, e ricerca personale, ma anche a pubblicare.

Nel volume illustrato Pescabolario, edito da NPE, Bersani getta la rete della curiosità e della fantasia umoristica per catturare l’attenzione del lettore avido di chicche. Si sorride, ci si emoziona anche, si intraprende il cammino di una passione che può diventare ragione di tempo libero sgombro da preoccupazioni. Fra dilettantismo e agonismo, la pesca è uno sport che si coltiva nella serra degli interessi salutari.
Certo, chi usa il pesce come termine di affermazione sportiva, non ama la pesca, ma la tortura.
E poi, “Fare il garista comporta o l’essere ricco, perché aggiornare l’attrezzatura è costosissimo, o avere uno sponsor. L’Italia è stata più volte campione del mondo a squadre e non, su campi internazionali e non, nelle tecniche più tecniche che ci siano. Nessuno lo sa, perché a parte le riviste di settore, nessuno ne dà notizia.
E’ un mondo fasullo che ha perso di vista il pesce inteso come organismo e l’ha sostituito con bilance, medaglie e coppe, vero propellente per l’ego ipertrofico dei suoi frequentatori”.

Come dargli torto? Tutto diventa business per l’uomo. Però rimane in chi ci crede davvero la buccia della genuinità. Chi ha amato la pesca dal primo momento sa che ne passerà degli altri con lo stesso entusiasmo.

“La Trota. Se il luccio è il re delle acque interne, la Trota ne è sicuramente la regina,
mi spiace per la carpa che, volgarmente, è chiamata anche lei così, ma il trono non le appartiene. Non le appartiene perché l’habitat della Trota, il suo carattere, la sua difesa aerea (salta come un mustang a rodeo!) ne fanno un pesce sportivo per antonomasia.(..)
Lunga vita alle trote, che piacciono così tanto agli esseri umani, da dedicare loro tecniche
sofisticatissime, come la mosca secca. Lunga vita alle trote anche dopo la morte, a tavola. Alla mugnaia, o con la maionese. Come preferite”.

Poco altro da aggiungere; questo allegro, singolare, spiritoso, dizionario sull’arte del pescare forse non farà di noi dei pescatori alla “Sampei”, protagonista di un famoso cartoon degli anni ‘80, ma – perlomeno – ci darà delle dritte per non cadere in acque maldestre, lasciandoci solo sulle narici il profumo di un pesce che non ha abboccato alle nostre pretese di mancati campioni ittici.

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