Piero Lacaita Editore: “Sandro Pertini” a cura di Stefano Caretti, con introduzione di Simona Colarizi

Daniela Distefano
CATANIA
“Noi socialisti sentiamo che al centro della società deve stare sempre l’uomo con la sua persona e la sua dignità..”.
Questo volume pubblicato da Piero Lacaita Editore, curato dal professor Stefano Caretti e con l’introduzione di Simona Colarizi, offre al lettore uno scorcio sui pensieri e sui discorsi di Sandro Pertini in un momento particolarmente sensibile per l’Italia. Si ripropongono gli interventi e i discorsi del Presidente della Repubblica, per palesare la passione politica, la lungimiranza e l’incrollabile fede negli ideali socialisti.

Sandro Pertini nacque nel 1896 a Stella, in provincia di Savona e, dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza, si avvicinò alla vita politica militando nel Partito Socialista Italiano. Convincimento di Pertini fu sempre che “non vi è libertà senza giustizia sociale e non vi è giustizia sociale senza libertà”.
Fu uno dei massimi esponenti dell’antifascismo; durante il ventennio persino esule ma senza mai abbandonare la speranza di un ritorno in Italia per combattere la piaga del Fascismo e le sue propaggini di odio politico, viltà terrena, sconcerto civile che avevano trasformato il Belpaese in un coacervo di negatività e declino morale. Pertini è stato roccia su cui non si sono abbattuti i venti della disfatta, il suo è stato un sacrificio riscattato dall’ amore per il suo Paese. Finita la Seconda guerra mondiale, ristabilito l’equilibrio nelle giunture della vita politica italiana, nonostante le crisi all’interno di un partito socialista che doveva fare i conti con un nuovo ordine geopolitico, Pertini seppe adeguare le proprie concezioni politiche ai mutamenti repentini che attraversarono il mondo. Gli anni all’ apice della sua carriera politica lo videro impegnato non più contro un nemico palese, ma contro le derive sociali, seguendo le rivendicazioni che piovevano in nome di un cambiamento necessario dopo l’incubo fascista che aveva provocato guerra, miseria, fame, disgregazione dei valori umani, spirituali. Pertini non era un ideologo, non fu un pensatore impegnato ad elaborare nuovi sistemi teorici, non un profeta che elargisse futuro nella tasca della classe dirigente, però è stato un politico vero, di razza, con lui la parola “Politica” era ritornata ad essere connotata di una benevola accezione. Preparato al peggio, quando affrontò il carcere, l’esilio, il supplizio per le perdite affettive, Pertini non vacillò, non perse la fiducia nel Bene, quel Bene che conquistò col vessillo della passione, e sotto lo sguardo benevolo del Cielo, dov’erano volate le vittime immolate di una guerra raccapricciante.
Stefano Caretti, che da anni cura l’edizione dei volumi dedicati a Sandro Pertini, ha sottolineato del Presidente Pertini la continuità tra gli ideali giovanili e la maturità, un percorso, un cammino terreno il suo diritto nonostante le buche, i tratti desertici, la sete di valori per decenni inestinguibile. In un’epoca di partiti personalistici, come la nostra, è importante rileggere i discorsi, i contributi di coloro che come Pertini aspiravano non ad un riflettore puntato, ma ad un coinvolgimento di tutti, perché solo con l’unione, il rispetto, la diversità è possibile gettare le fondamenta di un sereno vivere sociale. Pertini non fu il Partito socialista, fu un socialista, un politico che credeva nell’umanità anche quando questa gli venne sottratta. Non si deve sconfiggere il diavolo con Belzebù, lui ho sapeva ed ha vissuto a lungo per dimostrarlo.

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