
Giulia Siena
PARMA – “Uno degli aspetti che caratterizza l’attuale società complessa è l’iperconnessione. Ciascuno di noi stabilisce quotidianamente connessioni con gli altri, tutto è avvolto da una nuvola di dati e fili invisibili che rendono ciò che prima era distante, ora più vicino, più facilmente raggiungibile”. Oggi l’individuo è una commistione di solitudine e connessione e il dibattito su queste tematiche è sempre più acceso, soprattutto quando si parla di nuove generazioni.
La paura – per i contrari all’iperconnessione – è che i ragazzi si lascino intrappolare dalla rete e non riuscire più a orientarsi in un mondo parallelo costruito per truffe e situazioni pericolose. Ma il web, si sa, ha i suoi vantaggi: culturali, economici, sociali. Internet, infatti, è la frontiera dello sviluppo globale, lo strumento che ha permesso all’uomo di oltrepassare ogni confine e porsi nuovi obiettivi. Queste sono solo alcune delle importanti tematiche affrontate nel saggio Il ritiro sociale negli adolescenti(Raffaello Cortina Editore). Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente dell’Istituto Minotauro di Milano, docente presso il dipartimento di Psicologia dell’Università Bicocca, è curatore del volume che raccoglie interessanti contributi di diversi professionisti della psicologia italiana.
Per i nativi digitali la rete è forma di comunicazione a distanza e, allo stesso tempo, processo di incarnazione della comunicazione: l’adolescente comunica e si espone attraverso i canali social della rete. Da spettatore si fa protagonista, da entità senza forma diventa carattere e corpo. Questa costruzione di identità mediatica è specchio della coscienza della propria esistenza: il processo evolutivo di costruzione sia cognitiva sia affettiva avviene, nella società contemporanea, attraverso la mediazione del contesto tecnologico. La tecnologia è l’arena nella quale avviene, quindi, la formazione del giovane di oggi, del cittadino di domani; un’arena alla quale ci si affeziona poiché protegge e culla, allontana le paure; luogo talmente sicuro da diventare indispensabile. Il saggio arriva quindi ad analizzare il ritiro sociale, fenomeno che solo in Italia ha coinvolto circa 240.000 persone e purtroppo può crescere ancora. Gli utenti a rischio sono proprio gli adolescenti, di solito a cavallo tra le scuola secondaria di primo grado e quella di secondo grado, con indici – non incoraggianti – che indicano anche la fascia di età tra gli 11 e i 13 anni. Quali sono i processi, quali sono le cause? Come poter arginare questa piaga che può cambiare la vita di migliaia di ragazzi?
Queste e ad altre domande si sono posti i professionisti coinvolti in questo lavoro di ricerca e divulgazione affinché Il ritiro sociale negli adolescenti sia un libro esaustivo e chiaro riguardo la solitudine di una generazione iperconnessa.