Giulio Gasperini
AOSTA – Un giorno, tante briciole diverse, ognuna di loro caduta da un dolce diverso – da una tartellette a un croquembouche, da una tarte tatin a un macaron, da un croissant a una meringa – rifiutate e non volute da nessuno, si ritrovano tutte assieme, vicino all’Arc de Triomphe. Non sanno cosa fare e chiedono consiglio a una briciola più grande, Pepito, caduta da un churros. Lui dice alle briciole di non essere tristi per esser state scartate, perché ci sarebbe stato qualcuno che le avrebbe mangiate con estremo piacere. Le manda, allora, da un pasticciere particolare, che non scarta nessun briciola. Quello che Lorenzo Naia racconta in Briciole (VerbaVolant Edizioni) è un delizioso e saporito viaggio nella città di Parigi.
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