Il Grande Gatsby: Fitzgerald, l’amore e un po’ di Scotch.

Marianna Abbate 

ROMA – La cosa più bella dei romanzi di Fitzgerald è che non si capisce proprio dove voglia andare a parare. Stai lì a pagina 1 tra le luci soffuse, a pagina 15 ad un barbecue party, a pagina 50 provi un filo di perle, e ancora non hai capito che cosa stai cercando. A pagina 75 sorseggi whiskey e cominci un pochino ad agitarti perché c’è qualcosa che proprio non quadra. Poi ci ripensi bene e ti ricordi che già a pagina 30 avevi avuto la stessa sensazione, ma era stata offuscata dal desiderio di capire come sarebbe andata a finire quella discussione tra quei due nell’angolo della sala.

E quando succede il patatràc, perché con Fitz è garantito, tu non te lo aspettavi proprio. Perché della narrazione cambia improvvisamente e ti ritrovi intricato in un vortice di avvenimenti incomprensibili e repentini da far girare la testa e pensare: “lo sapevo, lo sapevo”. E invece non sapevi proprio niente.

Un’altra cosa bella di Fitzgerald è che da delle indicazioni estremamente precise. Il lettore non ha tanto spazio per l’immaginazione, perché è lo scrittore stesso a dipingere con esattezza quel lampadario, quell’abito, quell’atmosfera. Ogni sorriso e ogni sguardo hanno una loro posizione tanto che sei costretto a visualizzare esattamente quello che l’autore aveva in mente. Probabilmente molti di quelli che andranno a vedere il film in uscita al cinema il 16 maggio, penseranno: “come ha fatto il regista ad entrare nella mia testa?”. Niente di più sbagliato, siamo noi lettori fissi e attenti dentro la geniale e affascinante testa di Fitzgerald.

Ora trovo veramente inutile soffermarmi sulla trama, dal momento che c’è una bella pagina Wikipedia dedicata all’argomento. Vi parlerò invece della caratterizzazione dei personaggi, che trovo essere un altro notevole punto di forza dell’autore.

Qui serve una breve ma indispensabile nota di gossip letterario: Francis Scott era sposato con tale Zelda, donna affascinante e moderna, ma nel contempo molto instabile. I Fitzgerald conducevano una vita festaiola e sregolata, amavano dare scandalo e sconvolgere il pubblico dei grandi party. Sembra che i loro eccessi siano gli stessi descritti dallo stesso Fitgerald in “Belli e dannati”, memorabile romanzo sull’ascesa e sulla caduta di una giovane coppia (riconducibile facilmente all’autore e alla moglie), ai tempi del ragtime.

Sono proprio i coniugi Fitz l’emblema dei Ruggenti Anni Venti. Questa profonda conoscenza della vita sociale dell’epoca, di cui l’autore non fu solo protagonista assoluto, ma spesso regista, porta lo scrittore a restituire diversi piani di interiorità dei suoi protagonisti. Solitamente i suoi uomini e le sue donne sono identificabili attraverso una stratificazione di emozioni, celate dietro maschere cerulee e brillanti, dietro sorrisi e complimenti di circostanza.

Sepolcri imbiancati, lucidati e carichi di brillantina.

E per finire consigli per gli acquisti. Esistono infinite edizioni di questo romanzo, oltre a quella Mondadori in foto: ultimamente lo potete trovare a 0,99 cent. della Newton Compton (per la verità i caratteri sono un po’ piccolo, quindi dotatevi di buoni occhiali).

 

“Il vecchio e il mare”, quando Di Caprio ti suggerisce cosa leggere

Marianna Abbate

ROMA – Era l’ormai lontano 1998. La radio trasmetteva a rotazione “My heart will go on” e si faceva a gara su chi avesse visto più volte il Titanic al cinema. Frequentavo le scuole medie presso delle suore acide e rotonde, mi mancavano almeno due denti davanti e la mia faccia era tempestata di pustole acneiche, che (io non lo sapevo ancora) mi avrebbero perseguitato per lunghi anni.

Ero in possesso di qualunque supporto cartaceo contenesse l’immagine, per me mistica, del bel Leonardo; compreso un album di figurine Panini dal quale appresi inquietanti notizie sulla vita privata, e con mio immenso sgomento ed emozione, anche sulle esperienze sessuali dell’attore. Ora non voglio discutere sull’incoscienza dell’editore che ha messo queste informazioni dentro ad un prodotto dedicato principalmente alle bambine, e non saprei dirvi se queste notizie mi hanno bloccato la crescita o semplicemente raggiunto il metro e 80 il Signore ha pensato bene di non farmi crescere ulteriormente. Sono qui per parlarvi del libro preferito di uno dei più grandi divi della mia infanzia, accanto ai Take That e alle Spice Girls.

Quando appresi che il mio mito era innamorato del Vecchio e il mare di Hemigway, feci praticamente di tutto per procurarmene una copia. Mi ricordo che lo lessi di nascosto da mia madre, che mi perseguitava dicendo che l’autore era un ubriacone e che nulla di quello che aveva scritto mi sarebbe stato utile. Ma io ero incredula, convinta che in quelle pagine si celasse chissà quale segreto del successo internazionale di Leo, e che quel libro mi avrebbe consentito di raggiungere con lui una fratellanza spirituale- che mi avrebbe inevitabilmente portato a diventare la signora Di Caprio.

Leggevo, leggevo, leggevo e non capivo. Cosa c’era da amare in quel libro? Ad un certo punto ho addirittura sospettato che il mio Amore non l’avesse visto neanche da lontano, e che fosse tutto un’invenzione dei giornalisti per screditarlo ai miei occhi.

Un povero vecchio solo in mare a mangiare pesce crudo col sale, a bruciare al sole giornate intere, per poi tornare a riva con null’altro che una carcassa inutile e sanguinolenta.

Dov’era il senso? Come in un trans rimediai ogni libro disponibile di Hemingway, cercando una risposta concreta alla mia domanda. Soffrivo ad ogni pagina di Fiesta e Per chi suona la campana, a volte mollavo la lettura- ma qualcosa mi spingeva a riprendere in mano quei libri. A voltare le pagine e raggiungere la parola fine.

Oggi ripenso a quel Vecchio, al sapore del whisky di una taverna in riva al mare. Al calore del sole su quella pelle vecchia e dura, al sale nella carne cruda. All’emozione della pesca, al successo e alla caduta.

Ho letto quel libro quasi quindici anni fa, senza capirlo. Ma ancora oggi mi ricordo praticamente ogni parola.

Forse io e Leonardo siamo destinati a stare insieme.