Elevator, l’indolenza del quotidiano.

Giulio Gasperini
AOSTA – A volte, tutto il mondo può stare in uno spazio ridotto all’impossibile. In Elevator, edito da Prospero Editore, Lucia Grassiccia gioca divertita con il lettore, di volta in volta calandolo e sollevandolo da storie che, come in un gioco a incastri inconsapevole, popolano – affollandoli – pochi metri quadri di scenario comune. Assecondando il movimento di un ascensore, che sale e scende tra vari piani, accompagnando il ritmo quotidiano di tutti gli inquilini, la Grassiccia costruisce, lentamente, dettaglio dopo dettaglio, sequenza su sequenza, una storia che si attorciglia ma mai si perde, che si piega su sé stessa ma lascia sempre aperta la prospettiva profonda di un finale non scontato né banalizzante.
Ogni uomo e ogni donna sono confinati nelle loro solitudini tangenti, nei loro micromondi che, dipanandosi intorno a sé stessi, alla fine per qualche maldestro colpo di destino (o di caso) si sfiorano e si intrecciano, per poi sciogliersi di nuovo.  Continua