Giulia Siena
PARMA – “Portare a termine quel compito era ormai un’ossessione, sapere che il pentito Calabrò si era macchiato le mani di sangue mi aveva spezzato l’animo. Che finisse per affiliarsi alla ‘ndrangheta era un fatto scontato, suo padre ce lo avrebbe infilato a forza, ma che arrivasse a compiere un omicidio era una deriva che non avevo previsto. La scoperta mi trasmetteva una rabbia sorda ed era quella a spingermi, più di qualunque ideale di giustizia”.
Che ruolo ebbe Calabrò, il bambino che scelse di diventare uomo d’onore? E’ un interrogativo a cui Liguori non può e non riesce a essere indifferente.
Rocco Liguori, il tenente frutto della penna di Roberto Riccardi, torna e lo fa con La firma del puparo. Il libro – come i precedenti – pubblicato nella collana Sabot/age delle Edizioni e/o, è un viaggio nella criminalità organizzata, nei meccanismi del potere malavitoso, tra strade testimoni di violenza.
Siamo a Palermo, “dolente e meravigliosa” e il racconto si apre con una mattanza di tonni che segue parallelamente un regolamento di conti. A voler parlare, questa volta, è Nino Calabrò, quello stesso uomo che da bambino tirava calci a un pallone insieme a Rocco nella piazza del paese e che ora chiede che sia il tenente Liguori a stargli accanto e a proteggere i suoi familiari; ha scelto di collaborare con la giustizia e a parlare in merito alla sparizione del giornalista Michele Sanfilippo. Questo, però, non è l’unico caso di cui Liguori si deve occupare lì, alla Distrettuale. Aprendo i fascicoli e scendendo in strada si aprono nuove porte e si delineano nuovi scenari: la continua guerra di mafia, il ruolo degli uomini d’onore, la ribellione della giovane Stefania, la famiglia da proteggere ed elementi che si muovono come giostrati da un abile burattinaio. Liguori, infatti, segue più piste mentre i suoi occhi sono catturati dal ritorno di Vera Morandi, sua vecchia conoscenza. Il ritmo, poi, si fa incalzante. A Palermo entra in contatto con il misterioso Mandalà; vola a New York per incontrare la figlia del cronista scomparso; va a Mantova per accertarsi che la famiglia sotto protezione non sia in pericolo, tutto per combattere quella grossa malattia che è il male. Questo nuovo caso, per Liguori, è un susseguirsi di input che aprono vecchie ferite e mettono in gioco nuove emozioni.
Roberto Riccardi con La firma del puparo mette in scena il più avvincente dei suoi romanzi. L’amore, la paura e il bisogno di verità sono sentimenti che si rincorrono per tutto il libro. La trama, poi, non fa altro che incasellare accadimenti e sensazioni in un concitato susseguirsi di immagini.