Saggio: “La mia vita”, Chagall

ROMA“Tornerò con mia moglie e la mia bambina. E forse l’Europa mi amerà e con essa anche la mia Russia”.
Marc Chagall (1887-1985) scrisse “La mia vita” in lingua russa tra il 1921 e il 1922, poco prima di lasciare definitivamente Mosca dopo l’esperienza esaltante e dolorosa della Rivoluzione, e nello stesso periodo compose i disegni che accompagnano il testo. L’opera, tradotta in francese dalla moglie, Bella Chagall, apparve a Parigi nel 1931, presso la Librairie Stock con il titolo di “Ma vie”, e venne ristampata nel 1957 con lievi modifiche e integrazioni dell’artista.

 

Come in una sorta di “deformazione professionale”, il romanzo pare una successione di quadri, diapositive della biografia di Chagall. È così che ci appaiono davanti, l’uno dopo l’altro, svelati nei loro misteri, La nascita, La casa in blu, Il giocoliere, accompagnati anche da nuove magnifiche illustrazioni. Costante, come nell’arte pittorica, esplode nel lettore un sano e limpido ottimismo, che nulla ha di astratto, ma è al contrario pregno di realismo e concretezza. L’oggetto prende vita, si anima e ne esce, assieme alla forza rievocativa, quella espressiva e simbolica, che non solo ci racconta la biografia del pittore, ma anche ce ne svela anima e religiosità.

Novità: “La pittura raccontata ai ragazzi”

ROMA –  “La pittura raccontata ai ragazzi. Guida alla comprensione delle opere” di Linda Flora e Pierpaolo Ulcigrai è un interessante volume pubblicato da Asterios.

 

Il libro è una guida per ragazzi alla comprensione della pittura, alla scoperta delle storie, dei segreti nascosti nei dettagli che gli artisti di ogni epoca hanno raccontato nelle loro opere con libertà e fantasia, usando linguaggi differenti. Non si possono capire i tanti significati di un affresco di Giotto o di un dipinto di Leonardo o Picasso, né apprezzare le tecniche utilizzate per produrli senza viaggiare in altre dimensioni dello spazio e del tempo, provando a fare nuove esperienze visive. Solo la curiosità di esplorare diverse abitudini percettive e la voglia di scoprire gli indizi sparsi in ogni opera pittorica permettono di esercitare le capacità personali di ciascuno e di misurarsi con la fantasia, la meraviglia e la libertà creativa. Questa introduzione alla pittura comprende una serie di schede dedicate a numerosi capolavori dell’arte appartenenti a vari periodi, dalla fine del Medioevo al secolo scorso. Il testo è corredato di un glossario illustrato, di mappe di orientamento, le macchie di colore, e di una carta dei musei per offrire più itinerari possibili tra gli spazi, gli oggetti, le figure fino a guardare oltre la realtà.

“PIPPO: Quadri, quadretti e animali” per una storia dell’arte che parte dai bambini

Giulia Siena
ROMA
“Pippo quindi è un libro che può stare in biblioteca, ma è anche un insieme di pagine che puoi colorare, disegnare, ritagliare, incollare insieme, staccare e appendere al muro. Così anche la tua stanza diventa una pinacoteca, con quadri che non ha nessun altro perché li hai fatti tu.” L’arte è alla portata di tutti; infatti, già da qualche tempo, stiamo assistendo all’incursione della storia dell’arte nei libri per ragazzi. Dapprima erano solo case editrici specializzate, ora un numero sempre maggiore di realtà editoriali investe sugli albi illustrati per spiegare l’arte e le varie correnti artistiche attraverso libri dal forte potenziale educativo.
Tra queste case editrici c’è Topipittori che amplia la sua proposta editoriale e porta in libreria PIPPO, una nuova collana dedicata all’arte. PIPPO vuol dire PIccola Pinacoteca POrtatile ed è pensata per fare del libro una piccola pinacoteca con la quale si può conoscere, ritagliare, colorare e ricollocare l’arte.

 

“PIPPO: Quadri, quadretti e animali” è il volume che, insieme a “Dame e Cavalieri” fa parte di questa collana. Con i disegni di Guido Scarabottolo e le parole di Marta Sironi, “PIPPO: Quadri, quadretti e animali” raccoglie le magnifiche opere dei maestri dell’arte di tutti i tempi che hanno usato il genio e la fantasia per illustrare gli animali. Nelle tele di Leonardo da Vinci, Raffaello, Arcimboldo, Mario Sironi e Carlo Carrà, gli animali rivivono mutano e prendono le sembianze umane.

Allora perché non far diventare i bambini, i piccoli lettori, i nuovi artisti? Loro potranno ritagliare, colorare e reinventare la storia dell’arte prendendone parte.

Quando l’arte è espressione dei bisogni della società

Michael Dialley
AOSTA – Ci sono tantissimi stili e movimenti artistici nella storia dell’arte. Si è sempre incasellato tutto in rigidi schemi, non chiedendosi, però, se sia davvero giusto definire un’opera d’arte, un artista, a seconda delle somiglianze e dei contributi di un movimento culturale. Può valere, questo, per alcuni artisti, soprattutto se molto legati a circoli culturali; ma per alcuni non si può fare, basti pensare a Rubens, a Caravaggio, a Mirò. E anche ad Alberto Giacometti. Originario della Svizzera italiana, nato nel 1901, Giacometti ha una concezione dell’arte che deriva solamente dalla sua visione del mondo, da come concepisce la realtà nella quale vive.
Ives Bonnefoy ci fa conoscere l’uomo-artista Giacometti grazie al saggio “Alberto Giacometti”, edito da Abscondita nel 2004, nel quale si può toccare con mano quanto la produzione artistica dell’artista sia profondamente legata ed influenzata dalla sua visione del mondo.
Si ripercorre tutta la vita dell’artista svizzero, toccando gli episodi della sua quotidianità, dai primi studi all’Accademia di Ginevra, all’adesione al gruppo surrealista della Parigi degli anni ’20, arrivando poi alla sua produzione matura, quando raggiunge una maggiore consapevolezza di sé stesso e della propria arte.
Quello che emerge è il ritratto di un artista profondamente angosciato, che si preoccupa di voler concretare la presenza, la vita in quanto essenza, che abita il corpo umano; argomento, questo, che attirerà nel suo piccolo atelier parigino molti intellettuali e letterati, tra i quali Sartre, non a caso il più grande esponente dell’esistenzialismo.
A Giacometti non interessa la figura da un punto di vista estetico, della forma, bensì vuole dare alle sue sculture la vita che alberga in ogni uomo. Per raggiungere questo obiettivo inizia rappresentando dal vero le figure che incontra; a un certo punto, però, le immagini gli appaiono distorte e utilizza la memoria, ricorda ciò che ha visto nella sua infanzia, nella sua adolescenza, avvicinandosi, così, alla componente più irrazionale e istintiva propria del circolo surrealista. Questo non è che una tappa, che porta l’artista a realizzare l’inafferrabilità della sua arte.
Ecco che inizia il suo grande lavoro, interiore ed artistico, di comprensione della vita, della condizione umana, della componente esistenziale: osserva il viso, lo sguardo delle persone, l’unico elemento che meglio di tutti coglie l’interiorità, l’intimità più profonda di ogni uomo. E, una volta trovato il punto focale, l’uomo cammina, procede, avanza, ma verso che cosa? Questo Giacometti non lo esprime, lui semplicemente vede l’uomo che va sempre oltre, che cerca sempre qualcosa, che nonostante le due grandi Guerre mondiali è riuscito ad andare avanti, a rialzarsi.
Questo ciò che ci racconta Bonnefoy e che raccontano, in maniera straordinaria, anche i due racconti scritti da Giacometti stesso, che sono riportati in appendice al saggio, “Il sogno, lo Sphinx e la morte di T.” e “Lettera a Pierre Matisse”.
Un artista da conoscere, che ci comunica qualcosa, che ci pone delle domande grazie alle sue opere, ma che non ci dà risposte, ma che anzi, invita ognuno di noi a giungere alle proprie conclusioni, in quanto crede che ognuno, dentro di sé, abbia le risposte o le potenzialità per trovarle.

“La (vera!) storia dell’arte”, tutto quello che gli altri libri non vedono

Giulia Siena
ROMA
– Chi l’avrebbe mai detto che le opere dei più grandi maestri di tutti i secoli potessero essere frutto di scenette umoristiche o di divertenti imprevisti? L’umorismo, quindi, è la chiave di lettura dell’arte, per grandi e bambini. Questa è l’idea sulla quale si basa “La (vera!) storia dell’arte”, il libro di Alexis Lemoine, Sylvain Coissard e Roberto Piumini pubblicato dalle Edizioni Sonda. Circa venti dei grandi capolavori artistici di tutti i tempi vengono fedelmente riprodotti e trasformati in sequenze di fumetti che ne raccontano le fasi di produzione. L’Urlo di Much, La Gioconda di Leonardo, le Teste composte di Giuseppe Arcimboldo o la Camera da letto di  Van Gogh sono presentate come il risultato finale di scenette umoristiche.

La ragazza de L’assenzio di Degas ha uno sguardo così triste, così perso e rassegnato, sarà forse colpa del troppo champagne che ha bevuto? La Colazione dei canottieri di Renoir è così affollata; sarà per una maxi offerta che prevede l’happy hour in terrazza a un prezzo stracciato?

Le coinvolgenti rime di Roberto Piumini – alle volte anche un po’ troppo complesse per il giovane lettore – descrivono la genialità delle immagini e, soprattutto, la grande arguzia di chi quelle opere d’arte le ha volute vedere da una nuova prospettiva. Infatti, la genialità di questo libro sta proprio nel voler vedere oltre, nel soffermarsi su qualcosa di diverso e pensare in modo divertente a come potrebbero spiegarsi tanti e tali capolavori.
Tanto umorismo senza dimenticare il genio degli artisti e delle loro correnti.

 

“Etcetera”, per arredare cogliendo la bellezza di ogni oggetto

ROMA “Etcetera”, pubblicato da L’Ippocampo Edizioni contiene numerosi suggerimenti e segreti del mestiere di stilista. Un libro di interior design riccamente fotografato in cui ogni immagine mostra un principio chiaro e facilmente replicabile, che vi aiuterà a trasformare una stanza senza dover ricorrere a ristrutturazioni costose e permanenti. Non si basa sulla pretesa che compriate tutto nuovo di zecca bensì di come diventare curatori del proprio stile personale e creatori di interni belli ed evocativi.
Lo stile dell’autore Sibella Court è molto globale, combina elementi contemporanei con pezzi d’antiquariato e reperti junk-shop, frammenti tessili, carte da parati, oggetti da collezione e effi meri. Etcetera si basa sui cinque abbinamenti di colori preferiti di Sibella come un quadro per la visualizzazione del suo occhio impeccabile per i dettagli. Ogni sezione trasporterà il lettore nel mondo di colore e di texture di Sibella, attraverso ispirate impostazioni di interni al più intimo dei dettagli.

“Ho un’unica regola: cogliete la bellezza e il significato di ogni oggetto, poi trovategli un contesto adatto. Se si procede in questo modo, persino il più umile e quotidiano degli elementi può subire una metamorfosi.”

"La mia prima storia dell’Arte"… e le grandi opere diventano semplici

ROMA – Un libro che spieghi tutta la storia dell’arte con termini semplici e renda le grandi opere comprensibili anche agli occhi dei più piccoli? Ora è possibile grazie a “La mia prima storia dell’Arte”, il libro di Béatrice Fontanel pubblicato dalle Edizioni Sonda. Un grande albo illustrato che già dalla prima pagina ti “trascina” nell’arte degli antichi Egizi, ti spiega le forme, i colori e le credenze legate a espressioni artistiche nate per celebrare il potere. Poi il percorso continua: arriva l’arte medievale cioè il periodo nel quale gli artisti erano quasi del tutto anonimi, si impara a conoscere il genio di Giotto, le botteghe degli artisti, gli affreschi, i quadri e, con il passare dei secoli, molti altri artisti e diversi modi di fare arte.
“La mia prima storia dell’Arte” è un libro completo, un valido aiuto nell’insegnamento di questa materia, un passatempo interessante per approfondire la conoscenza di artisti e opere, un modo divertente e vivido per riconoscere e distinguere tecniche e movimenti artistici dall’antichità fino ai giorni nostri. Inoltre, le tantissime tavole riescono a mostrare perfettamente la perfezione di opere disseminate nei maggiori musei del mondo.