Ricette Fatali, quando le donne scoprirono il veleno

Donne_fatali_damster_chronicalibriGiulia Siena
BOLOGNA
“Cibo tentazione fatale, cibo veicolo di morte. Una dolce morte”. Katia Brentani ci introduce così nel suo libro, Ricette Fatali, pubblicato nella collana I quaderni del Loggione della Damster Edizioni. Il libro ripercorre la storia delle donne che, durante i secoli, usarono il cibo come veicolo per procurare la morte. Il cibo, infatti, nascondeva il veleno: dalla Cantarella, il filtro velenoso usato dai Borgia per liberarsi di scomodi personaggi, passando per il laudano, in auge nel Settecento, le radici di mandragora, tanto amate dalle streghe, fino all’arsenico, veleno infallibile che segnò il XIX secolo. Intelligenti, scaltre e determinate, le donne “fatali” hanno avuto un ruolo determinante nella storia e attraverso un lungo lavoro di indagine e approfondimento la Brentani porta alla luce ricette, curiosità e storie quasi del tutto dimenticate dal passato. Si scopre così che ingredienti afrodisiaci, erbe e prodotti di stagione si mescolano come in una pozione magica e si donano alla golosità dei commensali. Perché non provare, allora, le oltre cento ricette, tra cui lo sciroppo al sambuco, mele rosse della strega, zuppa della Favorita, fili d’oro fritti oppure biscotti ai fiori d’arancio.

 

Ricette Fatali, come tutti i libri de I quaderni del Loggione, non è solo un libro di ricette. “Abbiamo voluto dare un’impostazione diversa – spiega Katia Brentani, curatrice della collana oltre che autrice di Ricette Fatali – e abbiamo puntato a raccogliere in questi libri dalla forma di un “quaderno della nonna” notizie storiche, leggende, aneddoti e curiosità. Ogni libro di questa collana – conclude la Brentani – si chiude con un racconto a tema, per fa sì che ogni libro sia un volume esaustivo e sempre interessante”.