“10 Libri dell’estate Edizioni CentoAutori”

ROMA – Le  Edizioni CentoAutori ci consigliano i “10 Libri dell’estate da Editore” e ricorda che La lettura di un libro è un’avventura ogni volta diversa. Ti porta lontano verso orizzonti sempre più ampi. Ognuno di noi ha dentro di sè un mondo inesplorato, e attraverso la lettura si ha la possibilità di conoscerlo.

1. L’omicidio carosino di Maurizio de Giovanni

2. Il casalese di AA. VV.

3. Auf Wiedersehen Claretta. Il diario dell’uomo che poteva salvare Mussolini e la Petacci di Gunther Langes a cura di Nico Pirozzi

4. Concordia. Cronaca di una tragedia annunciata di Gino Barbieri

5. Non sono un fottuto giornalista eroe di Antonio Di Costanzo

6. De Nimbo. Il Codice delle nuvole di Gordon Bloom

7. Nient’altro che amare di Amneris Di Cesare

8. Il Grande Napoli di Massimiliano Amato e Stefano Valanzuolo

9. Per le vie del borgo di Mauro Ferdinando Perillo

10. Buona fine e.. buon principio di Tonino Scala

“Dal Cittadella alla Champions”: la rincorsa del Napoli verso il sogno


Silvia Notarangelo
ROMA – 15 maggio 2011, sugli spalti del San Paolo ci sono 55.000 tifosi. Stanno per scendere in campo i campioni in carica dell’Inter, ma poco importa. L’attesa è tutta per il Napoli, il loro Napoli, che dopo 21 anni dall’ultima apparizione, sta per riconquistare il grande palcoscenico internazionale. Basta un punto. Un solo punto separa gli azzurri di Mazzarri dall’accesso diretto alla Champions League. Al termine dei novanta minuti, i gol di Eto’o e Zuniga fissano il risultato sull’1-1: la festa può cominciare. La trionfale cavalcata del Napoli, dalla serie C ai vertici della massima categoria, i suoi tifosi e le loro abitudini, sono protagonisti del coinvolgente saggio “Dal Cittadella alla Champions” curato da Barbara Napolitano e pubblicato da Edizioni Cento Autori.

Tutto ha inizio nel 2004, quando comincia ufficialmente l’era De Laurentis. Dopo il fallimento della società, si riparte da zero e la strada è, ovviamente, tutta in salita. La voglia di riscatto, però, non manca e la città di Napoli si stringe, da subito, attorno alla nuova squadra, senza mai privarla del suo sostegno. Dal debutto in casa con il Cittadella, passando per la sospirata promozione in serie A, fino ad arrivare alle ultime esaltanti stagioni. Tutti hanno dato il loro contributo: presidente, allenatori, calciatori, tifosi, tutti partecipi di un lungo progetto che, dopo sette anni, nel 2011, può dirsi finalmente coronato.
Ma il sogno, per essere tale, va anche alimentato e condiviso con quanti professano la stessa fede calcistica. Ecco, allora, il proliferarsi di emittenti radiofoniche, telecronache di parte, blog e siti internet per lasciarsi trasportare dalla “febbre azzurra” e seguire, passo dopo passo, le gesta dei propri eroi.
Certo, non tutti i tifosi sono uguali. Si può essere “occasionali, appassionati, assidui o soggiogati”, ma, alla fine, è solo un dettaglio. Napoli e il Napoli sono, da sempre, intimamente legate. Per questo, non stupisce che Gianni D’Ambrosio, operatore di ripresa RAI e autore dell’inno Come pagine di favole, rivolga alla sua squadra un particolare ringraziamento: “ci fai sentire uniti e più felici e sai perché, perché questa città, con la sua forza, ancora vincerà”.

"La vita al 90°"…storie di calcio non solo giocato


Silvia Notarangelo
Roma – Ci sono alcuni sport – e il calcio è uno di quelli – che hanno la capacità di smuovere gli animi, di suscitare interminabili discussioni e furibonde litigate ma anche di regalare storie straordinarie che assumono, nel tempo, contorni leggendari. Raffaele Ciccarelli ne ha scelte tre, davvero suggestive, per il suo “La vita al 90°”, pubblicato dalle Edizioni Cento Autori.
Si inizia con el divino Ricardo Zamora, classe 1901, professione portiere. E’ lui a difendere la porta delle Furie Rosse dal 1920 al 1934, è lui a ipnotizzare gli avversari con la sua calma, la sua sicurezza, la sua abilità nell’intuire sempre la traiettoria del pallone.
Ed è proprio contro el divino che la nazionale italiana deve fare i conti nei quarti di finale della Coppa del Mondo 1934. Lo svantaggio iniziale pare una condanna, i tentativi offensivi sono vani. Non c’è modo di trafiggere Zamora, è necessario inventarsi qualcosa. E a quel qualcosa ci pensa Angelo Schiavio che, ostacolandolo nettamente nella sua area di porta, consente a Ferrari di insaccare. L’1-1, come era facile attendersi, regge fino alla fine e, da regolamento, occorre rigiocare. Ma ecco che, proprio nei secondi novanta minuti, avviene ciò che nessuno si aspetta: Ricardo si siede in tribuna, al suo posto gioca Nogues. Una mossa incredibile, mai giustificata, probabilmente determinata da forti pressioni politiche. È la svolta. L’assenza dell’uomo in più, di quel portiere insuperabile, è un vero regalo per gli azzurri che riescono ad imporsi e a continuare il loro cammino verso quella finale che regalerà all’Italia la prima Coppa del Mondo.
Se segnare, come in questo caso, può essere davvero difficile, in altri, pochissimi a dire la verità, si è volutamente scelto di non segnare, impedendo al pallone di varcare la fatidica linea di porta. È quanto è avvenuto a Kiev, il 6 agosto 1942, di fronte l’FC Start e la Flakelf, ovvero, ex calciatori di Dinamo e Locomotiv, scampati alla deportazione, contro ufficiali dell’aeronautica tedesca. In palio non ci sono punti né trofei, c’è molto di più: ci sono la dignità e l’orgoglio di un popolo intero che si stringe attorno alla sua squadra nella consapevolezza che almeno lì, sul terreno di gioco, nessuno può sconfiggerla, perché lì, è lei l’assoluta dominatrice. Il risultato finale è quasi imbarazzante: 5-1 all’andata, 5-2 al ritorno, in un incontro che, di calcio, ha ben poco. Le conseguenze di questa doppia vittoria sul campo non tarderanno ad arrivare e saranno drammatiche, ma la voglia di rivalsa e la speranza nel futuro sono ormai consolidate e, presto, diventeranno realtà.
Un futuro spezzato, invece, per i Busby Babes, i ragazzi di Busby, di Sir Matt Busby. Quando, nel 1999, il Manchester United conquista la sua seconda Coppa dei Campioni, i tifosi dei Reds non si trattengono dall’intonare “Happy Birthday Sir Matt”. Matt è proprio lui, Matt Busby, e il pensiero torna, ancora una volta, ai suoi ragazzi, a quelle giovani promesse che avevano saputo incantare negli anni Cinquanta prima di arrendersi ad un crudele destino. Il volo proveniente da Belgrado, dove si erano facilmente imposti sulla squadra locale, non fece mai ritorno. Si schiantò contro una casa e prese fuoco. I superstiti furono pochissimi, tra di loro Busby. Lo sconcerto fu enorme, ricominciare sembrava impossibile. Eppure tutto ripartirà proprio da sir Matt, dalla sua voglia di rimettersi in gioco fino a ricostruire una squadra capace di raggiungere l’atteso traguardo: la conquista di quella Coppa dei Campioni che la sorte aveva negato ai suoi babes, ma che almeno lui può ora dedicare alla loro memoria.

"10 Libri dell’estate da Editore": Edizioni Cento Autori

ROMA Non esiste una stagione buona per dedicarsi alla lettura. Leggere un libro è un’esperienza straordinaria, che ti cattura e ti porta lontano. E quando ritorni alla realtà, ti senti appagato e arricchito. Tuttavia, l’estate è una stagione magica, leggera come la brezza marina ed è più facile e piacevole lasciarsi andare sulle ali della fantasia… Con queste parole le Edizioni Cento Autori spiegano perché leggere d’estate e ci consigliano i loro “10 Libri dell’estate da Editore”.

Rapporti confidenziali  di Pietro Treccagnoli (pp.64, collana Leggere Veloce XL, euro 6,00) Viaggiare! Si viaggiare … e poi raccontare le proprie scoperte, le emozioni che ti ha suscitato un paesaggio dell’America Latina oppure conoscere il dedalo di strade alla ricerca di un mito letterario ma anche gli odori nauseanti, la povertà delle città, la continua offerta di sesso a buon mercato. Viaggiare per poi raccontare. Trasformare la propria memoria in un taccuino di viaggi che non allontanano dal luogo di partenza, Napoli, ma che anzi, trasformata in novella Itaca, ne sanciscono l’assoluta unicità che spinge a tornare e a mai più ripartire. Unica compagna di questo viaggio la parola scritta ma anche evocata che trasforma le distanze in avventure, le emozioni in confidenze.

Mater Munnezza di Massimo Siviero (pp.216, collana Tracce Misteriose, euro 13,00)
Il ritorno di Abruzzese all’ombra del Vesuvio. In una città sommersa dai rifiuti, crocevia di
crimine internazionale, il commissario sarà impegnato in una complessa storia che verte attorno ad un delitto atipico che ha tutti i caratteri della ritualità. Le indagini sono complicate da ostacoli istituzionali in un contesto carico di contraddizioni. Massimo Siviero, mette in scena un atto d’accusa verso quella borghesia colpevole, più di quanto riportato dalle cronache, della tragedia napoletana.


Le felicità consumate di Patrizia Rinaldi (pp.64, collana Leggere Veloce XL, euro 6,00) Passione per la vita. Ecco cosa connota i personaggi di Patrizia Rinaldi, la strenua tensione verso la conquista di una piena felicità non connotabile con il luogo comune, perché la felicità muta come le immagini di un caleidoscopio. Ma la felicità oltre che vissuta va sognata ad ogni età, con passione e pienezza la stessa che connota amore e tifo. Personaggi, quelli della Rinaldi, che trovano in Napoli, nei suoi tormentati paesaggi, il loro luogo naturale, Il tutto descritto con una parola multiforme che rapisce ed incanta.

La sindrome di Balzac di Aldo Putignano (pp.64, collana Leggere Veloce XL, euro 6,00) Cinque racconti brillanti (La sindrome di Balzac, Arriba Ribas, Il cane di Pavlov, InFaust, Che sia da monito), ironici, in cui le parole sembrano godere della loro capacità di rappresentare gli aspetti più paradossali, schizofrenici, del nostro vivere quotidiano.
Una riflessione ironica sulle nevrosi, i falsi miti le irragionevoli casualità che sono alla base di
eventi straordinari. Dallo sguardo iracondo di un torvo Balzac fustigatore di scrittori dalla fragile cultura alla gustosa e graffiante allegoria del mondo del calcio di Arriba Ribas, passando per la salace perfidia di InFaust, Aldo Putignano, tra le più apprezzate voci della cultura napoletana, ricorre alla parola per invitarci al confronto con le idiosincrasie del moderno, individuando nell’ironia, nella leggerezza, le possibili alternative alle più disparate crisi comico-esistenziali.


Sindaco in fuga di Ermanno Corsi (pp.80, collana Leggere Veloce XL, euro 8,00)
La vicenda si svolge in una Napoli surreale e popolata da strane figure. Qui una popolazione
inferocita dai continui scandali e dalle reiterate ruberie costringe la giunta comunale ed il sindaco alle dimissioni. Cacciati via gli amministratori corrotti, si pone il problema di chi eleggere
quale nuovo primo cittadino. Il protagonista del racconto, attraverso una serie di rocambolesche avventure, si trova ad essere il “prescelto”. Capirà però molto presto che provare a governare Napoli onestamente non è difficile…bensì inutile.

Cafone sarà lei di Salvatore Manna (pp.64, collana Leggere Veloce XL, euro 6,00)
I contadini balbuzienti e i centurioni villani, il cumpare-nipote di Totò e i maleducati da auto e da matrimonio, Flavio Briatore e Simona Ventura, i cafoni liquidi e i Cafonal di D’Agostino, le coatte da spiaggia e i tamarri su Facebook, i blog dei “cozzi” e tanto, tanto altro ancora.
Sono molteplici gli spunti quando ci si avventura nel mondo del Cafone, unico esempio di creatura vivente sfuggita alle regole dell’evoluzione naturale. Ma poi, in realtà, chi è il Cafone? Come si può riconoscerlo?

La vita al 90° di Raffaele Ciccarelli (pp.64, collana Colpi di Testa, euro 6,00)
Il calcio, nella sua semplicità, cela un segreto che, come ammoniva U. Saba, “non è cosa da dirsi”. Il calcio può essere solo raccontato! Con una scrittura sobria ed elegante, capace di fondere la precisione della cronaca con la più schietta rievocazione di sentimenti ed emozioni, Raffaele Ciccarelli, giornalista sportivo ed allenatore, racconta storie di uomini che trovano nel calcio la loro metafora più riuscita. Tre racconti ognuno dei quali sussurra una storia dove il vero avversario non è il giocatore rivale, ma il destino. Dalle movenze di Zamora, il portiere che reinventò il ruolo negli anni ’30 al tragico destino dei Busby babes e della Start, fino alla partita “simbolo” tra gli Ucraini e i Tedeschi durante l’occupazione nazista che ha ispirato il film “Fuga per la vittoria”.

Adesso e nell’ora della nostra morte di Samuela Salvotti (pp.64, collana Palpiti, euro 12,00) “Adesso e nell’ora della nostra morte” è una spirale ascendente di eleganza e sontuosità stilistica, capace di inchiodare delicatamente alla pagina, di sconvolgere il lettore piano piano, metafora dopo metafora. E raggiungere un suo profondo, sensuale, misterioso scopo.

Non gettiamo questa vita di Anna Maria Gargiulo (pp.128, collana Narratopoli, euro 10,00) Il diario di Mosè, un ultimo, un disperato, una delle tante ombre che si trascinano invisibili nei sottopassaggi o negli angoli dei marciapiedi delle grandi città del mondo. Come tutte le ombre, Mosè non è mai esistito per nessuno. Né per la sua famiglia, né per la società. Ombra persa nella folla di una umanità sempre in partenza, Mosè trova la sua unica luce in un amico immaginario, Pasquale. A lui indirizza le pagine di questo diario senza date, nel quale racconta tutta la sua vita e soprattutto i suoi ultimi anni, trascorsi in una casa di accoglienza per anziani poveri.

Storie della Shoah di Nico Pirozzi (pp.480, collana Memoriae, euro 30,00)
I tre volumi, “Traditi”, “Fantasmi del Cilento” e “Napoli Salonicco Auschwitz”, sono qui raccolti in un elegante cofanetto cartonato. L’autore, nel vortice della storia del ’900, dà “memoria” alle storie, spesso ignorate, dei destini degli ebrei. Con precisa e capillare ricerca e documentazione, le microstorie si presentano nell’ineluttabile dramma di una follia collettiva.pp.216, collana Tracce Misteriose, euro 13,00)

"Cafone sarà lei"

Silvia Notarangelo
Roma L’estate è alle porte, le spiagge si affollano e il rischio di ritrovarsi immersi in un “universo parallelo” si fa incombente. Meglio allora correre ai ripari e dotarsi, sotto l’ombrellone, di “Cafone sarà lei” il divertente vademecum redatto, per Edizioni Cento Autori, dal giornalista Salvatore Manna. Protagonista assoluto, di questa guida dissacrante, il cosiddetto Pianeta Cafone, con tutte le sue fattispecie e un ampio repertorio di esemplari. La capitale può sfoggiare il suo coatto/coatta, il cui ruolo è stato recentemente ricoperto da Debora e Romina, due ragazze intercettate sul litorale, rese memorabili dal loro ‘na bira e un calippo. A Napoli imperversano i tamarri, categoria in continua evoluzione, piena di sfaccettature, che, complice l’innegabile creatività partenopea, si arricchisce ogni giorno di nuovi sinonimi.

Non è certo da meno il nord Italia, dove proprio la diffusione del vocabolo tamarro, in alternativa al piemontese truzzo, sembra confermare come il “genere” non conosca distinzioni di latitudine.

Attenzione, però, a non fare confusione: inutile additare come cafone chi parcheggia in doppia fila, chi svuota il portacenere dal finestrino o si esalta per sorpassi da immediato ritiro della patente. E’ vero, i confini possono essere molto labili, ma tra cafonaggine e semplice maleducazione persiste una sostanziale differenza.
Ogni settore, poi, come sottolinea Manna, può vantare una serie di illustri esemplari. Tra i vip il numero 1 è Flavio Briatore, seguito dai partecipanti, sempre più imbarazzanti, ai reality show. Nello sport primeggia, su tutti, il presidente del Napoli e produttore cinematografico, Aurelio De Laurentis, il cui repertorio linguistico sembra non poter fare a meno del termine “cafone”, adeguatamente corredato da gesti e atteggiamenti capaci di esplicitarne, in modo inequivocabile, il significato. Anche la classe politica non è certo priva di simili “modelli di comportamento”, tutti prontamente ripresi da Dagospia nelle sue apposite e seguitissime rubriche, “Cafonal” e “Cafonalino”.
Per fortuna, però, il cafone trascende i confini nazionali, ed ecco, allora, che Oltre Manica fa la sua apparizione l’anglo-cafone: per lui, partenza dalla periferia londinese, giri spericolati per le vie più chic e tappa nel solito pub. In questa speciale classifica, della serie “tutto il mondo è paese”, impossibile non annoverare i nuovi magnati russi, sogno di intere tifoserie calcistiche, il cui conto in banca sembra inversamente proporzionale ai discutibili, quanto ostentati, modi di fare.
L’ascesa del cafone o il simil-cafone appare, insomma, inarrestabile. Non a caso, per quanti desiderano approfondire ulteriormente l’argomento, si segnala il debutto televisivo di “Tamarreide”, una docu-soap che promette di far luce sul Pianeta Cafone, nella speranza di suggerire (anche) adeguate strategie di difesa.