Giulio Gasperini
AOSTA – Una delle più grande avventure che gli uomini e le donne possono affrontare è quella del recupero del passato: che sia un’elaborazione del ricordo, un lungo e doloro processo di cancellazione, oppure una missione di riesumazione di luoghi, volti e parole, andare alla ricerca del proprio passato innesca sempre una ri-presa di consapevolezza del sé e dell’altrui che non può mai lasciare indenni né inalterati. Non è un caso che non ci si decida quasi mai di propria iniziativa a intraprendere quest’esperienza, ma si sia sempre costretti – la maggior parte delle volte – da un evento esterno, indipendente e che, spesso, è sentito come costrittivo; proprio quello che accade al protagonista della graphic novel Gli anni che restano, di Brian Freschi e le illustrazioni di Davide Aurilia, edito da Bao Publishing.
In un percorso a ritroso, che si affonda sempre più negli anni giovanili, partendo da un presente frustrante e asfissiante di monotonia, il protagonista Mauro si riappropria della sua memoria e dei suoi affetti, in seguito alla notizia della morte del suo migliore amico, col quale aveva perso i contatti anni prima. Quella di Mario non è soltanto una ricerca, ma diventa un percorso di iniziazione e di crescita, un sentiero di risignificazione e di riappropriamento di un senso che si era smarrito, che non era stato affrontato completamente, come sempre accade in ogni storia.
Le illustrazioni di Aurilia si accompagnano alle parole di Freschi, a volte lasciando lunghissimi silenzi coperti solo di colore e di movimenti che si allontanano o si avvicinano, trascinando il lettore in lunghe lunghissime dilatazioni temporali e stagionali, a comprendere quasi la vita di ognuno, per non lasciare sola e slegata dalle altre. Le età della vita di Mauro sono quelle che chiunque vive, e questo è un motivo in più per sentirsi appartenenti alla stessa narrazione di base, alla medesima possibilità di incontro e significazione. La ricostruzione di un passato neanche sospettato appassiona e alimenta un’attesa che non è solo curiosità da fiction, ma trasporto per un percorso che si sente possa aiutare a elaborare personali dettagli e relazioni, trasformando la storia di Mauro in una storia di potente indagine universale.
La ribellione, i doveri, le sregolatezze, i drammi, gli amori – corrisposti o meno: tutto fa parte della storia dell’individuo, tutti si ritrova e si rincorre senza soluzione di continuità, in un difficilissimo tentativo di arrivare finalmente un giorno – se non proprio a capire – almeno a rimettere ordine nella confusione dei tasselli sparpagliati ovunque altrove.
Gli anni che restano e il ricordo che forma
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