Giallo e commedia, le sfumature di Nero Rizzoli
Giulia Siena
Un ricordo insistente. Una mattina buia di ventiquattro anni prima. La ricerca di attenzioni, l’esigenza di sentirsi amata, partecipe, apprezzata. Poi le crepa, sempre più vicina, del lavandino. Il sangue, i cerotti, i podocchi. Il corridoio lunghissimo del carcere e la musica ripetitiva di un carillon. Quella madre così amata che all’improvviso viene allontanata. Il dolore, da allora, ha un altro sapore: quelle dei lividi, delle nuove crepe, delle voragini mai riempite, della fame mai saziata. Anche la Signora, altrove, in altri contesti e con un diverso passato, ha l’esigenza di colmare gli anni annientati della sua vita precedente. Le due donne si incontrano, per caso, e per caso continuano insieme un viaggio tra le tinte fosche del dolore.
Comincia con una narrazione affilata e arguta Guaio di notte, il romanzo di Patrizia Rinaldi che arriva oggi in libreria pubblicato nella collana Nero Rizzoli.
L’autrice napoletana, scrittrice poliedrica per adulti e ragazzi, torna al romanzo crime dopo aver riscosso ottimo successo con Blanca, protagonista della serie pubblicata da Edizioni e/o e dalla quale è nata l’omonima fiction RAI.
Guaio di notte perché di notte qualsiasi imprevisto si complica. Ed è un imprevisto che fa incontrare la Signora (con la S maiuscola ) e Andrea. Succede quando, alle tre di notte a bordo di un SUV blindato dai vetri oscurati, la Signora si accosta a un pestaggio e così la scarica di calci e pugni si interrompe. Il SUV era partito dalle strade di Posillipo a Napoli per fermarsi, dopo un bel pezzo di strada, al Corviale di Roma. Un “percorso incomprensibile anche per il navigatore” che aveva portato ad Andrea. Tumefatta, stanca e ancora misteriosa agli occhi della Signora, la ragazza diventa l’altra ospite del SUV, unica compagnia che la Signora accetta, oltre la Glock 17. “Zia” e “nipote” stringono un tacito patto: fingeranno una parentela per non destare sospetti; entrambe hanno ancora i conti aperti con la vita, nonostante siano state deluse, trascinate, sconfitte.
La Signora è decisa, ha bisogno di un autista e di proseguire il suo viaggio, la sua fuga; fermata successiva sarà la Toscana. Una pausa per prendere le misure, annusarsi e conoscersi diventa l’occasione per mettersi in gioco: in una delle pozze termali vicino all’hotel viene ritrovato il cadavere di uno degli ospiti. Allora Andrea e la Signora giocheranno d’astuzia, si confronteranno, metteranno insieme gli indizi, faranno leva sulle proprie ossessioni, cercheranno tra i propri dolori. Indagare su quel mistero diventerà la chiave per esplorare il proprio percorso.
Con Guaio di notte (Rizzoli) Patrizia Rinaldi torna con determinazione al romanzo crime presentandoci due personaggi, due donne, dal carattere forte, dai tratti ben definiti. Guaio di notte ci porta nelle tinte fosche dell’enigma, tra i legami di sangue, a causa del sangue, in fuga dal dolore, in cerca di una speranza contro ogni possibile illusione.
Aveva fame, la bocca, voleva colmare il digiuno dei tubi. Il lavandino stava per ingoiarmi. Strinsi gli occhi per non vedere, ma non del tutto. La paura, si sa, vuole altra paura.
La vertigine e poi il vomito mi fecero provare a sollevare la testa, ma mia madre mi afferrò di nuovo, più forte.
Il terrore che compariva nell’età tenera era il mostro vero, tutte le altre paure sarebbero state copie di quel terrore. Forse fu allora che intuii, senza averne piena competenza, che avrei imprigionato il panico a ogni costo. Avrei seppellito in una bara di cristallo quella carne viva di sentimenti paralizzanti. E pazienza se avrei dovuto metterci anche l’amore e i ricordi.
Biancaneve era una dilettante: lei era stata risvegliata da un bacio, io i baci li avrei sepolti vivi.