“Io non sono come voi”: identità e collettività

Io non sono come voiGiulio Gasperini
AOSTA – La conferma di una vasta, enorme identità. Il romanzo Io non sono come voi, di Marco Boba, edito da Eris Edizioni e arricchito dalle illustrazioni di Rocco Lombardi è forse questo, prima di tutto. Il racconto, spietatamente in prima persona, di un’esistenza che si definisce subito come anomala rispetto alla collettività nella quale è inserita. Un’esistenza che si definisce, sia per interiorità che per azioni compiute, come particolare, non classificabile né definibile semplicemente; una vita complessa, che si conosce tale, sa quali sono i suoi limiti, le terre delle sue conquiste, ma che, al tempo stesso, si concede la debolezza di interpretarsi e di farsi capire agli altri, declinandosi con la potenza di un autobiografia intensa e prepotente.
La storia di Francesco, ragazzo oramai adulto, perenne irrequieto e mai contento, si intreccia a una doppia ricerca: quella personale, in un tentativo di trovare pace nelle relazioni sentimentali e sociali, e una collettivamente identitaria, in questa sua pretesa di ribellione e rivolta, sabotaggio e anarchia, alimentata da una rabbia irrefrenabile e furente per le ingiustizie e le incomprensione immotivate che regolano il mondo.
C’è anche un po’ di recente storia italiana, in questo romanzo: dal G8 di Genova, che ha sancito una cesura profonda nella nostra storia contemporanea, alle manifestazioni e agli scontri tra poliziotti e manifestanti che sempre più spesso costellano la nostra cronaca nazionale. È una storia soggetta a strumentalizzazioni e manipolazioni, a seconda di chi la presenta, e proprio questa sua peculiarità è elemento che la inasprisce ancora di più, fomentando contrasti e opposizioni.
Marco Boba, nel raccontare quest’identità combattente, con il mondo e con sé stessa, sceglie uno stile scarno ed essenziale; sceglie una narratività diretta e cruda, composta soprattutto da azioni, come in un verbale, o un resoconto. Tutto si struttura come una mitragliata di atti compiuti, che si intrecciano, alternativamente, a lunghe confessioni, a sé stesso e agli altri, così che il pensiero giustifica l’azione, completandola, e viceversa. Si struttura in questo modo la figura di Francesco e, nello scenario, quella degli altri personaggi che lo completano e diventano necessari per significarlo al meglio.
Francesco, pur conservando evidenti peculiarità, tra cui il teatrale gesto all’apice della sua storia, può diventare in questo modo un paradigma per tutti, perché dà voce, pensiero ed azione ad alcune delle necessità più profonde che ciascuno di noi ha, alimentandole nel profondo, come costituenti fondamentali del sé.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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