Arduino Sacco, “L’amante della massaggiatrice cinese”: una lunga visione erotica

lamante-della-massaggiatrice-cinese_chronicalibriGiorgia Sbuelz
ROMA – Esistono amori, falsi o veri, sventolati in piazza, urlati nei social, scritti sui marciapiedi. Esistono altri amori, falsi o veri, che si consumano in sordina, che si nutrono di fantasie e che è meglio lasciar segreti. Certe storie nascono nel silenzio di logori anfratti urbani e silenziosamente si consumano, lontane dalla ribalta. L’amante della massaggiatrice cinese di Rosa Santoro è una di queste storie. Comincia così:
Un pomeriggio ho visto Amneris. Bella, tonda e corposa.
Lei lavorava al Centro Massaggi Elisir. La mia finestra era sparata sul suo negozio. Una donna intelligente la cui bellezza esteriore non era da meno a quella interiore. I suoi due occhi morati radiavano tutto il viso, e i puntini di lentiggini sembravano spruzzati vivacemente sulla sua pelle”.
La finestra è quella di un professore sessantenne, in pensione, completamente solo e afflitto da una malattia che può placare solo a dosi di morfina. Amneris è giovane, non parla l’italiano, ma le sue mani parlano per lei e scivolano sul corpo stanco di quest’uomo, lo accudiscono, lo coccolano, forse lo amano.

La ragazza raccoglie l’olio mettendo le mani a coppa, lentamente lo versa sulle membra di lui come un unguento curativo per un male inflitto da lei stessa, o come un’essenza di eterna giovinezza, che lo fa tornare indietro a rovistare nel suo passato d’insegnante. Un professore che scorgeva Lolite fra le sue allieve, che indugiava osservandone le gambe con malizia, che voleva fossero già donne pronte e mature, mentre ora avvizzito e depresso reclama briciole della gioventù di Amneris.
I due non parlano mai: si spogliano, si toccano, si esplorano. Lei fa esplodere il piacere di lui in delicati amplessi, forse solo immaginati. Gli regala la freschezza della sua età e il calore delle sue parti intime, accendendo di volta in volta le sue fantasie.
Il cliente abituale diviene l’amante della massaggiatrice… forse sì, forse no.
Difficile scindere la realtà dall’illusione, difficile distinguere un’allucinazione dalla vita vissuta. Colpa della morfina? Oppure colpa dell’ossessione che sadicamente s’impadronisce dell’intelletto? Un’ossessione comprata un tanto all’ora dal cinese occidentazalizzato che gestisce il centro.

E poi c’è l’altro.
Ogni ossessione genera un rivale con cui scontrarsi per confermare il potere e la veridicità dell’ossessione stessa: ecco dunque, l’uomo giovane e sano, il nuovo cliente che si attarda con Amneris.
Il dolore del professore, allora, scoppia come un uragano, lo devasta e lo consuma. L’uomo agonizzante scrive messaggi per confessare il sentimento nei confronti di Amneris, vuole che sia amore, il suo, e vuole che lei lo sappia.
Ma nemmeno i soldi della pensione possono comprare il tempo:
“La vecchiaia è qualcosa che non riesci a recuperare perché ti accorgi che più passa il tempo e più perdi il tempo passato.”

Pubblicata da Arduino Sacco Editore, L’amante della massaggiatrice cinese è una storia toccante, il racconto di una lunga visione erotica, la cronaca lieve di una decadenza fisica e mentale che cerca il proprio riscatto nell’esperienza sessuale.
È la storia di uno scambio fra un uomo e una donna, di gesti, di tempo, anche di denaro, non importa quanto scambiato, più importante è ciò che lo scambio ha creato: un’illusione, una magia, un miracolo d’amore in un contesto urbano gretto, di una metropoli qualsiasi, in un tempo qualsiasi.
Pagine leggere come un valzer, scandite da un ritmo che appartiene ai sogni, non a caso non ci sono capitoli, ma la narrazione è divisa in “momenti”. Un viaggio onirico dove eros e thanatos si rincorrono e il protagonista, ebbro di desiderio, si lascia avvinghiare dai due estremi dell’amore, concedendo al sesso il diritto ultimo sulla vita.

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