Giulia Siena
PARMA – XXI Secolo il libro di Paolo Zardi pubblicato dalla sorprendente NEO., abbandona il sogno del Premio Strega ma rimane uno dei pochi romanzi che hanno segnato questa prima parte del 2015. Fiero, vestito della sua fascetta che ricorda ai lettori di essere uno dei 12 libri finalisti al Premio della Fondazione Bellonci, XXI Secolo è un romanzo denso di vita, nonostante la morte aleggi perenne in ogni pagina.
Siamo in un futuro non troppo lontano: l’Europa in pieno declino assiste inerme alla vitalità dell’Oriente. L’Italia è terra di conquista in cui ogni giorno si combatte una guerra alla sopravvivenza; la gente ha perso interesse per la realtà, la subisce con rassegnazione e noncuranza. Mentre tutto precipita la vita di Eleonore subisce una battuta di arresto: un ictus, il coma in un tardo pomeriggio di inizio marzo. La disperazione muta di un uomo, un marito, un padre che comincia a guardare la realtà da un’altra prospettiva, da un vetro dell’ospedale, dal finestrino di una macchina in corsa. Lui è un uomo come tanti, un uomo ancora innamorato di quel corpo minuto e ora inerme; innamorato della madre dei suoi due figli, di quella ragazza austriaca conquistata con il suo charme tutto italiano.
Mentre la vita di Eleonore stava subendo una battuta d’arresto lui era a vendere impianti di depurazione di acqua, quegli aggeggi costruiti per risparmiare fatica, soldi e plastica. Una cosa inutile, una cosa quotidiana in un quotidiano che ora stava sbiadendo tra le lenzuola di un letto di ospedale. Cosa rimaneva, ora, del loro amore? Oltre a Miriam e Marco, cos’era rimasto di quel legame che era diventata abitudine e rituale? Disfatto dai giorni, dall’indifferenza del mondo, dalla brutalità di quel secolo, dall’arroganza di Emma – quella donna così uguale a sua moglie nel fisico e nei lineamenti e così diversa nel carattere e nelle decisioni – il protagonista della penna di Zardi si chiude nell’elaborazione dei giorni fino ad allora felici. Eppure in fondo a un cassetto, nascosto tra la biancheria intima, una scheda telefonica, un altro apparecchio cellulare, mette in discussione il passato, la gioia, l’amore. In quei messaggi inviati e ricevuti, in quelle foto che ritraggono il corpo che tante volte ha percorso e quella carne sconosciuta ed estranea, rende evidente un tradimento. L’affanno arriva con il sospetto, con la voglia di scoprire di più, qualcos’altro, di conoscere quel corpo che tiene in ostaggio e in silenzio la donna che ama, o che amava. Il libro cambia marcia, il ritmo si fa più veloce, le domande ossessive.
Per le risposte bisogna inoltrarsi nelle pagine raccontate magistralmente da Paolo Zardi. Questo è il libro dell’estate e vale la pena leggerlo.
“Anche se non ancora a metà, il ventunesimo secolo era già candidato a diventare il secolo più merdoso della storia. Nessuno ricordava com’era cominciato il declino. Qualcosa, all’improvviso, s’era rotto”.