“Diario 1999”, Fazi pubblica l’inedito Valentino Zeichen

Giulia Siena
ROMA – 1999. Valentino Zeichen, uno dei maggiori poeti di fine Novecento, figura istrionica e anticonvenzionale, raccoglie i suoi giorni in un diario. Parole, riflessioni, recensioni, confidenze, pensieri, noia, ironia, malinconia  e quotidianità: gli scritti di Valentino Zeichen sono occhi schietti sul mondo che si appresta a chiudere il secolo. Con il Novecento stanno andando via le ultime certezze, i tanti amici, le serate mondane, e il freddo, tra le lamiere di una baracca che per Zeichen è casa, si fa più pungente. Il senso di solitudine accompagna un pensiero ricorrente: “Dove sta il mio fallimento? Nel fatto che sono un poeta, anche stimato, ma povero. Se avessi avuto la costanza di sopportare una moglie noiosa e tiranna, ma capace di praticare l’editing sul romanzo, avrei potuto conquistarmi una notorietà che non ho. Pur non mancandomi la vena narrativa, ne ho scritto uno solo, perché non sopporto di avere una tutrice. (27 ottobre 1999)” Eppure quello del poeta fiumano non è un rimorso, ma la consapevolezza di non esser riuscito mai a barattare la propria libertà per una vita agiata e convenzionale.  Continua

8 giugno di ricordi

ROMA – Sicuramente avrebbe sorriso nel vederci ogni giorno alle prese con le interviste e la programmazione degli articoli della settimana. Sicuramente sarebbe stato parte di noi, del gruppo che ogni giorno dà vita a ChronicaLibri. Lui era parte di quel gruppo; eravamo un manipolo di studenti con la smodata passione per i libri, il giornalismo e la “ricerca della verità” e, insieme, cominciammo a chiacchierare di editoria mentre impaginavamo Aiko, il nostro primo giornale e organizzavamo le letture di gruppo. Eravamo tutti là, ogni giorno e ogni giorno avevamo aspirazioni da coltivare. Oggi, nel giorno del suo ventisettesimo compleanno, qualcuno manca. Manca ormai da tre anni Carmine, ma ogni giorno noi leggiamo, osserviamo, discutiamo e scriviamo anche per lui. Incrociare la sua vita ci ha cambiato, per questo oggi ChronicaLibri lascia spazio ai suoi versi.

L’IMMORTALE
Vivere pensandoti morto,
ma qui non si vive si soffre…..
E allora soffrire
sapendoti morto.
ma qui non si muore
ci si libera.
E allora soffrire
vedendoti libero?
E’ già pronta la cena,
cedro per primo
per secondo ottone
e contorno di terra.
Carmine Speranza
Torre Orsaia(SA)
Pasqua 2006